"Chi perseguita, da oggi ci pensi due volte"
Intervista a "Il Tempo" del 23 giugno 2008
Il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna segna un primo punto a suo favore ma soprattutto in favore delle donne. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che ha presentato insieme al collega della Giustizia, Angelino Alfano, che punisce chi si rende colpevole di «minacce reiterate o molestie con atti tali da creare nella vittima un perdurante stato di ansia o paura. O un fondato timore per l'incolumità propria o di persona a lei cara». Lo stalking, quell'abbraccio soffocante che toglie respiro, libertà e, talora, la vita, una volta che il disegno di legge sarà approvato dal Parlamento, diventerà finalmente un reato che si pagherà con il carcere fino a 4 anni.
Ministro Carfagna ritiene che il suo disegno di legge sia una risposta adeguata al fenomeno della violenza sulle donne?
«Sicuramente è un passo importante per la tutela e la garanzia della sicurezza delle donne. Il disegno di legge sarà aperto ai contributi di maggioranza ed opposizione in Parlamento. Non mi sono posta in modo rigido ma ho cercato con i tecnici del ministero di redigere un disegno di legge articolato quanto possibile vicino a quello già scaturito dalla scorsa legislatura».
Cosa l'ha spinta?
«Mi ha colpito molto l'incontro con i genitori della ragazza di Sanremo, Rosa Multari, uccisa dal suo ex convivente. Parlare con quella madre mi ha fatto sentire da una parte impotente, dall'altra mi ha dato lo stimolo e la forza, ma soprattutto mi ha fatto capire che era mio dovere fare qualcosa. Ho capito che il mio contributo era accelerare l'approvazione di questo decreto legge. Ho lavorato moltissimo, ma ho trovato la grande disponibilità del premier Berlusconi e del guardasigilli Alfano. Un caso che mi ha dettato l'agenda: questo dl era la priorità assoluta».
Ci voleva una sensibilità femminile, dunque?
«Guardi, credo che fosse importante intervenire perché fino ad oggi, è accaduto spesso, che le vittime si siano rivolte alle istituzioni o alle forze dell'ordine che però non avevano gli strumenti per agire. Ecco, mancavono i mezzi per affrontare un reato odioso ai danni di persone che non hanno possibilità di difendersi, che vivono un inferno subendo appostamenti, telefonate, mail senza riuscire a trovare un vero aiuto».
Ritiene si sia colmata finalmente una lacuna nel nostro ordinamento?
«Mi auguro di sì e comunque l'intenzione è quella di introdurre questo nuovo reato proprio perché il nostro codice è inadeguato a prevenire e a contrastare gli atti molesti e persecutori che sfociano in violenza e anche in omicidio».
Quindi una ragazza che sarà bombardata da mail e telefonate mute potrà andare dai Carabinieri o dalla Polizia?
«Sì, perché nel ddl che è stato approvato prevediamo anche una fase preventiva: tra l'atto persecutorio e la querela di parte che dà inizio al procedimento, la donna si può rivolgere all'autorità e il questore può ammonire e dissuadere lo stalker. Questa fase può consentire alla vittima di valutare la gravità delle molestie e alle forze dell'ordine di accertare la gravità del reato».
La pena prevista da 1 a 4 anni, potrà aumentare se il reato è commesso dal coniuge separato o divorziato o da persona con cui la vittima abbia comunque avuto una relazione affettiva?
«È prevista l'aggravante e si procederà d'ufficio. Altra aggravante scatterà se la persecuzione è diretta verso un minore, se lo stalker è persona armata o mascherata, se la violenza è esercitata da un gruppo o se la donna è incinta. Nel caso di omicidio preceduto da stalking si arriverà all'ergastolo».
In questo reato sarà previsto l'uso delle intercettazioni telefoniche?
«Sì perché il telefono è il mezzo più usato dal persecutore».
Una legge con cui ci adegueremo all'Europa?
«Finalmente sì. Anche in Usa, in Nuova Zelanda questo reato è riconosciuto. In Italia fino ad oggi non siamo riusciti a fare molto. Nella scorsa legislatura sì è dibattuto ma poi non si è concluso niente per le spaccature della maggioranza, in particolare perché la Sinistra radicale voleva considerare reato d'opionione quello di omofobia».
Ministro Carfagna, ha mai avuto un corteggiatore particolarmente insistente e fastidioso?
«No per fortuna, ma ho vissuto indirettamente il fenomeno dello stalking e so che è una vera tragedia: le donne non hanno voce per poter gridare il dramma che vivono e che comprime la loro sfera di libertà fino ad indurle a cambiare abitudini di vita e a subire "torture" da girone infernale. E questo non è proprio accettabile».