L’Italia non sarà più terra di conquista per chi sfrutta le donne
di Emanuela Fontana, "Il Giornale", 14 settembre 2008
Ministro Carfagna, come le è venuto in mente di mettere mano alla legge sulla prostituzione dopo cinquant’anni? Se le aspettava le critiche?
«Sì, me le aspettavo. Ero pienamente consapevole che stavo affrontando un tema delicatissimo anche perché ogni processo di grande cambiamento porta con sé reazioni più o meno forti».
Alcune critiche l’hanno amareggiata?
«No».
Quelle personali?
«Agli attacchi personali non rispondo. A quelli politici rispondo invece dicendo che chi mi ha preceduto nel governo Prodi non mi sembra che abbia fatto cose degne di essere ricordate. E alcune critiche dimostrano che chi le fa non ha letto il provvedimento».
Oggi qui a Gubbio ha parlato anche della legge sullo stalking, le molestie, che rivendica.
«Era un provvedimento approvato nella scorsa legislatura in commissione giustizia, ma si voleva equipararlo all’omofobia. Prevalsero interessi politici anziché la tutela delle donne».
Che reazioni ha incontrato sul ddl prostituzione fuori dalla politica?
«Tantissime e-mail, telefonate, gente che mi ferma per la strada».
Cosa le dicono?
«Molti complimenti».
Ce n’era bisogno?
«I ringraziamenti e gli incoraggiamenti ad andare avanti fanno sicuramente piacere».
Case chiuse sì o no?
«No. Noi non abbiamo toccato la legge Merlin nella parte in cui sancisce il divieto di esercitare la prostituzione all’interno delle case “chiuse”».
Ma se fate sparire le prostitute dai marciapiedi non c’è il rischio che esercitino il mestiere in casa?
«Il nostro obbiettivo è togliere quelle ragazze dalle strade, colpire le organizzazioni criminali. Ci sono 70mila prostitute in Italia e il 75% è costretto a prostituirsi in strada. Per un’organizzazione criminale sarebbe difficilissimo operare in una casa. Nei condomini ci sarebbe un controllo immediato. Nel testo di legge introduciamo poi il reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, uno schiaffo per chi sfrutta e schiavizza».
Altre critiche: le prostitute nascoste nell’ombra avrebbero ancora meno possibilità di denunciare i loro sfruttatori.
«È il contrario. Queste ragazze sono caricate su pulmini, scaricate e poi controllate minuto per minuto: è quasi impossibile che riescano a sporgere denunce».
Come farete a stabilire quando la prostituta è sfruttata e quindi non punibile con carcere o ammenda?
«Sarà la magistratura di volta in volta a decidere».
Inasprite le pene per chi sfrutta i minori, ma i rimpatri non sono una forzatura?
«Spesso sono proprio i minori a chiedere di essere rimpatriati. Comunque verranno rimpatriati sempre che questo corrisponda a un loro reale interesse».
Cosa dice delle cooperative di autogestione delle prostitute, come propone per esempio Daniela Santanchè?
«Non è un aspetto che mi interessa regolamentare. Non è questa l’intenzione del governo».
Perché c’è voluto mezzo secolo per cambiare la legge sulla prostituzione?
«Perché non si è avuto il coraggio di maneggiare argomenti controversi nonostante i cambiamenti culturali».
Ma come è nata l’idea di toccare la legge Merlin?
«Da quando sono parlamentare, da due anni a questa parte. Una volta arrivata al ministero ho capito che non bisognava aspettare a lungo».
Non solo per una questione di decoro urbano quindi?
«La questione del decoro urbano e della sicurezza mi stanno a cuore. Ma alla prostituzione in strada sono connessi fenomeni di delinquenza, criminalità, tratta di esseri umani, abusi di minori. E poi non voglio fare la moralizzatrice, ma esigo rispetto per i minori. Le famiglie italiane devono essere libere di passeggiare senza dover spiegare ai propri bambini cosa è la prostituzione».
Crede davvero che questa legge avrà buoni effetti?
«Mi auguro che il provvedimento venga approvato dal Parlamento senza stravolgimenti. Le organizzazioni portavano ragazze in Italia per avviarle alla prostituzione perché sapevano che qui non c’erano regole. Questa legge sarà prima di tutto un deterrente».
Le forze dell’ordine collaboreranno?
«Avranno uno strumento con cui finalmente potranno intervenire».
Va a finire che le leggi più rigide, come la legge Sirchia sul fumo, sono le più rispettate?
«Anche quella fu una legge molto criticata, ma poi si andava in Spagna e si diceva: come siamo fortunati in Italia, dove non si fuma più nei locali! Ogni cambiamento porta critiche, molte delle quali non sono nemmeno fondate».
Qui a Gubbio si sta parlando del nuovo Pdl. Sarà possibile unire storie diverse?
«Credo che uomini e donne di partito siano prima di tutto uomini e donne delle istituzioni e c’è un popolo da non deludere».
[14 settembre 2008]