In Italia sono circa 1.800 i Comuni che presentano vistosi passivi nei loro bilanci, il cui totale ammonta a 47,3 miliardi di euro. I conti in rosso sono il frutto di sprechi, stipendi e consulenze spropositati, errori, omissioni, tutte le forme, insomma, di cattiva amministrazione. È interessante notare che fra i municipi dissestati spiccano quelli di alcune grandi città amministrate dalla sinistra.
Il buco di Roma
Nella Capitale il sindaco Alemanno ha ereditato dalla gestione di Walter Veltroni un profondo rosso di 6 miliardi e mezzo che fra due anni saranno 9,7, sempre miliardi di euro. Nel solo anno 2006 il gabinetto del sindaco è costato alla collettività, fra stipendi e consulenze faraonici un milione di euro. Vanno presi, poi, in considerazione numerosi rivoli di denaro speso per cause discutibili i decisamente bislacche, come i 2.500 euro dispensati per il recupero delle tartarughe marine e altri 2.500 stanziati per la catalogazione degli uccelli esotici. Infine, ci sono errori incomprensibili per chi abbia come riferimento il buon senso e l’integrità di un amministratore medio. La giunta di centrosinistra qualche tempo fa decise di trasferire, entro il 2011, i suoi uffici nel cosiddetto Campidoglio2, fra l’Ostiense e l’Eur. Costo totale dell’operazione 25 milioni di euro. Mentre si realizzava il progetto Campidoglio2, però, la giunta ha trasferito parte degli uffici comunali in altre sedi distaccate, prese in affitto per 18 anni. E non ha esercitato in tempo la disdetta anticipata della locazione, come pure avrebbe potuto e dovuto fare. Il danno stimato è di 170 milioni.
I gioielli di Torino
Per le Olimpiadi invernali 2006 un fiume di denaro è stato riversato su Torino per la realizzazione di impianti e strutture. Fra gli altri, sono stati costruiti due impianti ritenuti autentici gioielli architettonici, il Pala Isozaki e la struttura Oval, vicino al Lingotto. Entrambe le opere sono destinate a diventate esempi di archeologia post-moderna, dato che dal 2006 ad oggi sono state usata per usare soltanto una decina di manifestazioni. Nonostante i costi stratosferici per la gestione ordinaria, entrambi i gioielli stanno andando in rovina.
Il debito del comune di Torino è tale che, dividendolo per i 908 mila abitanti della città, si ottiene un carico di 3.316 euro pro-capite, nonni e neonati compresi.
L’oro di Napoli
La giunta di sinistra guidata da Rosa Russo Jervolino presenta un bilancio disastroso. Basti pensare che fra le poste attive risultano 800 milioni di euro di crediti che, però, sono considerati "difficilmente esigibili". E fra le pieghe della contabilità si celano anche 60 milioni di perdite fuori bilancio. Il Comune di Napoli di recente è venuto alla ribalta della cronaca per gli stipendi super pagati ai dirigenti, per le consulenze fuori del mercato e per i passivi accumulati dalle aziende municipalizzate.
Il regalo del sindaco di Venezia
Decisamente singolare il caso del centro sociale Rivalta. I giovanotti del centro (no global, disobbedienti, movimentisti vari della sinistra radicale) occupavano abusivamente un complesso industriale dismesso, un biscottificio chiuso diversi anni fa. La situazione era decisamente illegale e il Comune guidato da Giacomo Cacciari ha pensato bene di sanarla con una mossa ardita. Ha acquistato per alcuni milioni di euro l’ex stabilimento, l’ha ristrutturato per metterlo a norma e lo ha affittato agli ex-okkupanti per solo 5.000 euro l’anno. Un regalo degno di un doge, peccato l’abbiano pagato i contribuenti.
[20 ottobre 2008]