Via libera del Consiglio dei Ministri al pacchetto fiscale con l’azzeramento dell’Ici sulla prima casa e sulle sue pertinenze, anche se queste hanno un accatastamento differente.
L’effetto dell’eliminazione dell’Ici sarà avvertito dai cittadini a partire dall’acconto di giugno. Tremonti ha assicurato che i Comuni “saranno integralmente rimborsati. Verrà costituito un fondo presso il ministero dell’Interno e gli enti locali si divideranno le risorse”.
Come per il precedente taglio dell’Ici dunque, anche il completo azzeramento dell’Imposta Comunale sugli Immobili, tassa locale che serve a finanziare le casse dei Comuni, non graverà sui bilanci di quest’ultimi che beneficeranno di trasferimenti compensativi da parte dell’Erario dello Stato.
Dopo 16 anni dunque scompare l’Imposta comunale sugli immobili relativamente alla prima casa e alle sue pertinenze.
Questa tassa locale, nata nel 1992 come imposta straordinaria sugli immobili, è divenuta successivamente un tributo permanente, trasformandosi nella cosiddetta "imposta comunale sugli immobili".
Dal 16 giugno 2008, invece,a pagarla saranno solo i proprietari della seconda casa e chi possiede ville, castelli e un’abitazione “signorile”.
Alcuni esempi:
A Roma, che per le abitazioni principali prevede un’aliquota del 4,6 per mille e una detrazione di 103,29 euro, secondo i dati del Cresme, per una casa di 73 metri quadri, in zona Torrino, di categoria A/2 (abitazione civile), e rendita catastale di 1.000 euro, finora il proprietario doveva pagare un’imposta Ici pari a 380 euro. Per una casa in zona Nomentano, di 82 metri quadri, di categoria A/3 (abitazione economica), con una rendita catastale di 920 euro, l’Ici era pari a 341 euro.
Milano per le prime case prevede un’aliquota lci del 4,4 per mille e una detrazione di 104 euro. Per una casa in corso Indipendenza, di 87 metri quadri, censita sotto la categoria A/2 (abitazione civile), con una rendita catastale di 760 euro, l’imposta Ici dovuta era di 247 euro. Per una casa in viale Monza, di categoria A/3 (abitazione economica), dì 96 metri quadri e con rendita catastale pari a 710 euro, l’imposta dovuta era di 224 euro