Scajola: "Nucleare scelta obbligata per non restare a secco di energia"
Luca Iezzi La Repubblica
Parla il ministro dello Sviluppo Economico: "Gli italiani hanno capito la nostra strategia". Spiegheremo che così si ridurrà l'inquinamento e che la bolletta peserà di meno.
ROMA.
Ministro Scajola, pensa che la maggioranza degli italiani sia ora favorevole al nucleare?
"La percezione è cambiata. La "guerra del gas" tra Russia e Ucraina, che il mese scorso ha rischiato di lasciare al freddo tutta Europa, e l'urgenza di ridurre l'inquinamento per combattere i cambiamenti climatici ci obbligano a diversificare le fonti di energia ricorrendo anche al nucleare. Il mix ottimale di generazione verso il quale dobbiamo tendere è composto dal 50% di fonti fossili (gas, petrolio e carbone pulito), 25% di fonti rinnovabili e 25% di nucleare".
Quali sono i prossimi passi?
"I prossimi passi sono l'approvazione del disegno di legge "Sviluppo", l'istituzione dell'Agenzia di sicurezza nucleare e la deliberazione Cipe. Penso che l'Agenzia potrebbe entrare in funzione entro la fine dell'anno e diventare operativa già nel 2010".
Quando si parlerà dei possibili siti e chi spetterà la scelta?
"Abbiamo previsto che sia il governo, con decreti legislativi da adottarsi entro sei mesi dall'approvazione della legge, a definire il regime autorizzatorio e i criteri per la localizzazione delle centrali. Dopodiché, saranno le imprese energetiche che, nell'ambito dei criteri così definiti, individueranno i siti. I decreti disciplineranno anche le modalità di esercizio da parte del governo dei poteri sostitutivi previsti dall'articolo 120 della Costituzione nei casi di mancata intesa con gli enti locali competenti".
I luoghi dove già in passato sono sorte centrali nucleari vanno considerate soluzioni valide o si procederà da zero?
"Premesso che stiamo accelerando lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari, se i siti avranno i requisiti previsti dalle nuove norme potranno essere presi in considerazione. Ma come tutti gli altri: non vi saranno imposizioni dirigistiche da parte dello Stato".
Pensa che ci saranno forti opposizioni da parte dei territori coinvolti, come le fronteggerete?
"Mi ricordo che nel 1987, quando ci fu lo sciagurato referendum che ci fece uscire dal nucleare, nelle zone dove sorgevano le vecchie centrali i voti favorevoli al nucleare erano superiori ai voti contrari. Questo non significa certo che non ci potranno essere delle opposizioni: ho visto per esempio che un ex sottosegretario dei Verdi ha preannunciato un nuovo referendum contro le norme sul nucleare. Gli auguro più fortuna di quanto i Verdi abbiano avuto alle elezioni politiche. Penso che dovremo far di tutto per spiegare che le nuove centrali sono incomparabilmente più sicure di quelle vecchie e che sono indispensabili per ridurre l'inquinamento e far pagare meno l'energia elettrica, soprattutto alle popolazioni e alle imprese delle zone attorno alle centrali".
Lei ha detto nelle scorse settimane che il piano auto della Francia le suscitava qualche dubbio perché troppo protezionista. Ha avuto modo di chiarirsi su questo punto?
"Il presidente Sarkozy ha difeso con energia le misure francesi sostenendo che non sono per nulla protezionistiche. Io qualche dubbio residuo ce l'ho. Ne discuteremo più approfonditamente il 5 marzo nel Consiglio competitività dell'Unione europea".
[25 febbraio 2009]