Claudio Scajola
da "Il Corriere della Sera" di venerdì 13 marzo 2009
Prendo spunto dall'articolo di Dacia Maraini sul nucleare (Corriere, 10 marzo) per chiarire dubbi a molti cittadini.
Tra fonti rinnovabili e nucleare non c`è contrapposizione, ma complementarietà. Entrambe sono necessarie per ridurre l'inquinamento e la dipendenza da gas e petrolio. Nella strategia energetica del governo Berlusconi intendiamo aumentare le rinnovabili dall'attuale 16 al 25% della produzione elettrica. Stiamo velocizzando gli iter autorizzativi di nuovi impianti e varando programmi di importazione di energia «verde». Ma le rinnovabili sono ancora costose e vanno incentivate con contributi che pesano sulle nostre bollette e che contribuiscono a far pagare l'elettricità il 30% in più rispetto agli altri Paesi europei.
Per questo dobbiamo sviluppare il nucleare, unica fonte capace di produrre energia elettrica a costi competitivi e nel rispetto dell`ambiente.
Abbiamo perciò previsto, accanto al 25% di rinnovabili, un 25% di nucleare. Molti Paesi avevano deciso di uscire dal nucleare, ma ci stanno ripensando. Ricordo Belgio, Svizzera, Svezia, molto attenti all'ambiente.
Nel mondo sono in funzione 436 impianti nucleari e 151 sono in costruzione o in progettazione. Tutti i grandi Paesi hanno centrali e ben 13 di queste sono a meno di 200 chilometri dai nostri confini. Solo l'Italia è del tutto priva di centrali, anche se importiamo a caro prezzo energia nucleare da Francia e Slovenia.
È vero poi che dovremmo continuare a importare petrolio per riscaldarci e muoverci, ma l'elettricità pesa molto sui bilanci delle imprese. E comunque il governo ha previsto programmi di efficienza e risparmio anche nell'edilizia e nei trasporti. Si afferma poi che le centrali nucleari sarebbero troppo costose, valutazione che credo vada lasciata al mercato. Saranno le imprese energetiche a decidere in autonomia se investire nel nucleare. E risulta che molte siano pronte a farlo.
Infine, la sfiducia preventiva espressa nelle capacità italiane mi suscita amarezza. Abbiamo si tanti problemi, ma sappiamo esprimere grandi potenzialità, come sanno i tanti imprenditori che combattono sui mercati mondiali. Questa sfiducia, unita alla "cultura dei no", ha bloccato la modernizzazione dell'Italia, facendo prosperare malcostume e fenomeni criminali tipici delle società arretrate. Produrre energia sicura a basso costo, riducendo la dipendenza dall'estero, ci farà più moderni e trasparenti. L'Italia ce la può fare. Abbiamo il dovere di provarci.
Abbiamo il dovere di provarci.
Claudio Scajola Ministro dello Sviluppo economico
[13 marzo 2009]