Le grandi emergenze. Censimento dei campi nomadi

foto: polizia

Il Governo ha affrontato l’emergenza nomadi, che tanto allarme aveva suscitato nei due anni precedenti. L’ordinanza di protezione civile firmata dal Presidente del Consiglio il 30 maggio 2008 ha avviato il monitoraggio dei campi, il censimento delle persone che vi abitano, la realizzazione dei primi interventi per garantire i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie. Il censimento è stato realizzato solo a Milano, Roma e Napoli, perché non è su base etnica ma solo dove è più forte l’emergenza nomadi. Da qui la necessità di identificare chi vive negli oltre 700 campi nomadi abusivi. Dare una identità certa ai bambini, vuol dire liberarli dalla schiavitù. Essi sono vittime degli adulti che li costringono a delinquere: per liberare i bambini il primo passo è quello di riuscire a identificarli con certezza.

Dopo Milano, Roma, Napoli anche i prefetti di Torino e Venezia sono stati nominati Commissari per l’emergenza nomadi situati in Piemonte e Veneto.

Il censimento è stato realizzato attraverso il controllo dei documenti esistenti, le fotografie ed eventualmente anche attraverso le impronte digitali. Le linee guida del Viminale del 22 luglio 2008 hanno chiarito che ai maggiori di 14 anni sono prese le impronte digitali solo come ultima possibilità per assicurarne l’identità; per chi ha una età compresa tra i 6 e i 14 anni esse possono essere acquisite solo ai fini del rilascio del permesso di soggiorno o in accordo con il Tribunale dei Minori. La stessa opzione è estesa ai minori di sei anni, solo se “versano in stato di abbandono o si sospetta possano essere stati vittime di reato”. L’articolo 1 dell’ordinanza ha inoltre previsto misure di sostegno e progetti integrati per i minori che vivono nei campi, per favorire la loro scolarizzazione, l’avviamento al lavoro e il coinvolgimento nell’attività di realizzazione o di recupero delle abitazioni. Le iniziative sono partite a settembre 2008 per proseguire negli anni a venire. Il 4 settembre 2008 l’Unione Europea ha confermato che il censimento e le modalità con cui è stato realizzato, non sono discriminatorie e quindi sono in linea con le normative europee. A fine ottobre 2008, sono stati comunicati i dati del censimento effettuato a Roma, Milano e Napoli: sono state identificate 12.346 persone in 167 campi, dei quali soltanto 43 autorizzati e 124 abusivi. 5.436 sono minori, con un tasso di scolarizzazione molto basso.

I nomadi censiti sono la metà di quelli che erano presenti prima del censimento. Lo si è dedotto dalle informazioni raccolte con interviste nei campi, dagli studi fatti dalle associazioni e dalle rilevazioni aeree eseguite a giugno su Roma, Milano e Napoli. Molti nomadi, soprattutto romeni, si sono trasferiti in altri Paesi d’Europa, in particolare Spagna, Francia e Svizzera. Dallo scorso autunno è iniziato lo sgombero e il ripristino delle aree occupate da insediamenti abusivi. L’obiettivo del Governo è l’eliminazione dei campi abusivi, la trasformazione dei campi autorizzati in villaggi attrezzati, in regola con le norme sanitarie e con i servizi minimi (acqua, luce e smaltimento dei rifiuti) e l’allontanamento di chi non ha diritto a restare. Alla fine di maggio il Consiglio dei Ministri ha prorogato fino al 31 dicembre 2010 la delega a Commissari per l’emergenza campi nomadi dei prefetti di Roma, Milano e Napoli, per dare avvio agli interventi che trasformeranno i campi esistenti e quelli da creare nelle aree appositamente individuate in campi attrezzati, sicuri, in cui sia possibile vivere in condizioni dignitose. I prefetti di Torino  e Venezia sono stati nominati Commissari per il superamento dello stato d’emergenza relativo agli insediamenti nomadi situati in Piemonte foto: donnae Veneto.

L’ITALIA NON È UN PAESE RAZZISTA. ATTESTATI INTERNAZIONALI PER LA NOSTRA ATTIVITÀ DI L’INTEGRAZIONE

1. Rapporto MIPEX, Migrant Integration Policy Index, redatto per conto della Commissione europea dal British Council.

Questo rapporto stabilisce, secondo accurate ricerche e dati verificabili, il livello di efficacia delle politiche di integrazione nell’ambito degli Stati dell’Unione Europea. La graduatoria prende in esame sei diverse macroaree di intervento politico: l’accesso al mercato del lavoro, i ricongiungimenti familiari, la partecipazione alla vita politica, l’accesso alla cittadinanza, la lotta contro la discriminazione e il soggiorno di lungo periodo. Ebbene, tra le nazioni dell’Unione Europea con il più alto tasso di popolazione immigrata (Regno Unito, Francia, Spagna, Germania e Italia), l’Italia è al primo posto per le politiche di integrazione. E in generale, al settimo posto tra i 25 Paesi dell’Unione.

2. Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Durante l’assemblea, di Ginevra, del 6 ottobre 2008 ha elogiato l’Italia per l’approccio alla politica migratoria e dei diritti umani, sottolineando come il nostro Paese stia dando concreta testimonianza di condurre una politica nazionale dell’immigrazione ispirata al necessario rigore rispettando i diritti umani.

[03 febbraio 2010]