Gestire l'emergenza è una delle prove più difficili che un esecutivo si trova prima o poi, inevitabilmente, a dover affrontare. Governare l'emergenza non è facile, comprende una serie di iniziative a vari livelli che devono essere prese nell'immediatezza e, poi, adeguandole costantemente all'evolversi della situazione di crisi.
A questo si aggiunge la necessità, da parte del governo in tutte le sue componenti, di una opportuna comunicazione interna, per coordinare gli interventi, e insieme esterna, per trasmettere i giusti messaggi 'operativi' alla popolazione colpita e, in generale, all'opinione pubblica.
Tempestività
Subito dopo la scossa di terremoto delle 3.32, la Protezione Civile si è attivata per definire con precisione l'entità dell'evento. Contemporaneamente, la presidenza del consiglio ed i ministri coinvolti (in primis Interno, Difesa e Infrastrutture) hanno messo in campo tutte le forze disponibili. Palazzo Chigi, in particolare, ha garantito la cornice di coordinamento 'politico' della reazione al terremoto.
Il risultato è che la macchina dei soccorsi era già praticamente sul posto pochi minuti dopo e in forze, un'ora dopo la scossa sismica. Immediato è stato anche il raccordo con le autorità locali e con gli enti che hanno la responsabilità di gestire le infrastrutture - strade, ferrovie, comunicazioni. Lo stesso vale per la macchina dell'assistenza sanitaria e per il monitoraggio tecnico e scientifico di tutti gli aspetti connessi con un terremoto, per esempio il controllo dell'acqua potabile.
Le priorità
Il primo obiettivo dei soccorritori, ovviamente è stato quello di salvare le persone ancora vive sotto le macerie. Era del tutto inutile, anzi controproducente, impiegare mezzi pesanti come le ruspe. Si è dovuto scegliere di procedere con maggiore lentezza nel rimuovere i detriti, piuttosto che rischiare di compromettere il salvataggio delle persone.
La seconda priorità è stata quella di garantire l'assistenza ai feriti e agli sfollati. In poche ore, sono arrivati a L'Aquila oltre quattromila soccorritori. È stato avviato subito il censimento delle stanze d'albergo disponibili sulla costa adriatica.
Le attrezzature per le tendopoli (con una disponibilità immediata di duemila tende) hanno raggiunto L'Aquila in tempo per garantire un rifugio 'per la notte' a chi era rimasto senza tetto.
La presenza dello Stato
Non abbiamo assistito, questa volta, alla passerella di autorità e, in particolare, ministri ed esponenti politici che in altre occasioni ha purtroppo dato spettacolo.
Il Presidente del consiglio è voluto andare di persona nel centro operativo della Protezione civile a raccogliere direttamente al sottosegretario e commissario Bertolaso tutte le informazioni per adottare i provvedimenti necessari. Nello stesso tempo, ha voluto dare un segno tangibile della vicinanza e della solidarietà dello Stato, senza farsi vedere sulle macerie nell'immediatezza della crisi.
Dopo il briefing con Bertolaso, Berlusconi si è doverosamente limitato ad una conferenza stampa che è stata seguita in diretta televisiva non solo in Italia ma in tutto il mondo attraverso la Bbc, la Cnn e Euronews.
Ha fornito dati, spiegazioni, istruzioni alla popolazione. Ha messo a tacere le polemiche sulla prevedibilità del terremoto (prive di alcun fondamento scientifico) invitando tutti a rimboccarsi le maniche per affrontare l'emergenza e rinviando le discussioni a dopo.
Anche nelle interviste televisive con Porta a Porta e Matrix ha approfittato del mezzo televisivo per fornire ai propri ministri indicazioni pratiche e avanzare la richiesta di ricambio di uomini perchè stamattina forze fresche rimpiazzino i soccorritori che hanno lavorato tutto ieri e ancora tuta la notte.
Niente polemiche
In passato, subito dopo terremoti e altre catastrofi naturali, sono emerse subito polemiche di ogni genere.
Niente di tutto questo è avvenuto, semplicemente perché non c'è stato un solo comportamento che abbia dato spazio a vere critiche. Anche la presenza dei ministri è stata operativa e limitata allo stretto indispensabile. In particolare i ministri Maroni e Matteoli sono stati ieri tutto il giorno all'Aquila a lavorare con Bertolaso nel centro operativo.
L'aspetto paradossale delle emergenze è che quando le cose vanno bene riguardo ai soccorsi ed alla capacità di reazione dello Stato sembra che così dovesse comunque essere e che anzi fosse facile. Non è così. La realtà è che la gestione impeccabile di questa crisi è frutto di una direzione politica e di una coesione di governo che questo esecutivo ha saputo finora garantire.
[7 aprile 2009]