Un Paese che, pur in ginocchio, sa risollevarsi

Ecco l'Italia migliore

L'immagine ha fatto il giro del mondo nelle ore immediatamente successive alla prima scossa di terremoto che ha colpito i piedi del Gran Sasso. Mostra un vigile del fuoco, l'elmetto rosso in testa e la tuta da lavoro sporca di fango e di polvere, intento a scavare con le mani nude tra le macerie di quella che fino a poche ore prima era, nel pieno centro storico dell'Aquila, la Casa dello Studente.

Quello scatto, carpito da qualche fotografo che fortunosamente era riuscito a raggiungere il luogo del crollo, è anche l'immagine dell'Italia migliore che si contrappone all'Italia peggiore: quella degli scandali, delle risse politiche, della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo, delle mazzette e dei palazzi costruiti senza regole. E' l'immagine di un Paese che, pur in ginocchio, sa risollevarsi da solo per lo slancio, per la responsabilità, per il coraggio dei suoi abitanti. Di tutti i suoi abitanti, senza preclusioni politiche.

L'Aquila, con i suoi morti e con i suoi feriti e con i suoi palazzi squarciati dal sisma, è anche il simbolo della solidarietà, del riscatto, del senso di responsabilità di ciascuno di noi: dal Capo dello Stato al capo del Governo, dal ministro al parlamentare, dal carabiniere al vigile del fuoco.

La macchina della Protezione Civile ha funzionato alla perfezione il che conferma il giudizio positivo che, da tempo, tantissimi Paesi europei e non solo hanno espresso nei confronti di questo "sistema Italia" che si mette in moto quando la terra trema, il vulcano esplode, la furia delle acque devasta città e paesi. La macchina dei soccorsi ha pienamente funzionato, non ha fatto cilecca.

E' stata una corsa contro il tempo, una corsa che ha visto il contributo di migliaia di soccorritori primi fra tutti i valorosi ed eroici vigili del fuoco.

Non facciamoci illusioni, la politica nelle prossime settimane prenderà di nuovo il sopravvento, ripartiranno le polemiche, si inietteranno nuovi veleni. E l'immagine del vigile del fuoco che scava a mani nude tra i detriti della Casa dello Studente sarà messa in archivio assieme a quella del collega che porta via la Sindone dal Duomo di Torino in fiamme e a quella dell'altro pompiere che esce dalla rovine degli Uffizi con in braccio il corpo martoriato di un bambino. Ma sono queste le immagini che fanno grande il nostro Paese e che lo contraddistinguono da molti altri che dinnanzi a tragedie come quelle dell'Aquila si mostrano indecisi e inefficienti. L'Italia degli spaghetti è l'Italia degli eroi. Eroi senza volto e senza nome. Ma pur sempre eroi.

[9 aprile 2009]