“È assolutamente infondato e del tutto falso che sia stata presa alcuna decisione in merito ad una tassa sui ricchi diretta a qualsiasi scopo”. Lo sottolinea una nota di palazzo Chigi.
I primi a sgranare gli occhi di fronte all’ipotesi (lanciata dalle agenzie di stampa) di una tassa sui ricchi pro-terremoto sono stati i tecnici delle Finanze. E per un motivo molto semplice. Le agenzie indicavano che l’addizionale Irpef (oggi Ire) si sarebbe dovuta applicare ai redditi superiori i 130-140 mila euro all’anno. E da quell’indicazione (il livello di reddito) hanno subito capito che il progetto non poteva uscire dal ministero dell’Economia.
Tutte le statistiche fiscali, siano esse del Dipartimento delle Politiche fiscali siano dell’Agenzia delle Entrate, utilizzano gli stessi valori per indicare i diversi livelli di reddito: da 10 a 15 mila, da 35 a 40 mila, da 60 a 70 mila; e via di seguito. d ognuno di essi corrisponde il numero di contribuenti, qual è il loro reddito, quanto pagano di tasse. Esiste una fascia che va da 100 a 120 mila euro; una, da 120 a 150 mila; una da 150 a 200 mila; e l’ultima, oltre i 200 mila. Nessuna, però, a 130-140 mila euro.
In questi parametri sono conteggiati i contribuenti, quindi per conoscere e valutare l’impatto di ogni intervento fiscale, i tecnici delle finanze adottano queste fasce: per semplicità e per rapidità; ridefinire quanti sono i contribuenti che dichiarano 130 o 140 mila, cioè fuori dalla “forchetta” statistica, complicherebbe calcoli ed impatto. E si finirebbe per ignorare quale potrebbe essere l’efficacia di un intervento.
Ecco perché l’ipotesi di una tassa sui ricchi modulata su queste basi ha scarsa veridicità: da qui, il comunicato di Palazzo Chigi.
Occorre poi ricordare “quanti” sono i contribuenti che potrebbero essere raggiunti dall’addizionale. Al di là del fatto che non esistono statistiche ufficiali i contribuenti che dichiarano più di 120 mila euro sono pari allo 0,56% del totale. Quelli, invece, sopra i 150 mila euro corrispondono allo 0,33% del totale.
Trovare questi “numeri” non è difficile. Basta collegarsi al sito internet del ministero dell’Economia. Ci sono anche le fasce di reddito, il numero dei contribuenti, le aree di appartenenza. Ed in nessuna tabella sono indicati i “130-140 mila euro” livello dove avrebbe colpito l’ipotetica tassa sui ricchi. Ultimo particolare. Il pre-consiglio dei ministri di ieri ha affrontato tutto, tranne interventi di questo tipo.
[16 aprile 2009]