Ricostruzione sicura con l' Ğetichettağ della trasparenza

Ricostruzione sicura con l' «etichetta» della trasparenza
Lettera al "Sole 24 ore" di Renato Brunetta, 17 aprile 2009

Ricostruire quel che il terremoto ha raso al suolo o danneggiato irreparabilmente, restituendo vita e futuro ai centri urbani ed ai cittadini, è un dovere. È anche una sfida, un`occasione per cambiare passo e non portarsi appresso la maledizione di considerare volano di corruzione e potenziale profitto per la criminalità ogni imponente investimento pubblico. I palazzi devono risorgere, dotati di caratteristiche antisismiche. Per esserne sicuri, perché questo avvenga senza sprechi e possibili devianze, occorre che si adotti una regola civile: la trasparenza.Che vale come criterio e conquista generale.

foto: brunettaE forse necessario ricordare che la trasparenza non è solo un modo di assicurare il rispetto delle regole, essa è innanzitutto informazione, e, chiamata con questo nome, essa è il fondamento del mercato e della concorrenza. Per definizione, infatti, il grado di concorrenza effettivo è determinato dal grado di informazione. Per questo motivo la trasparenza/informazione è un bene pubblico.

D`altra parte garantire la concorrenza nel mercato degli appalti e delle opere pubbliche ha l`obiettivo primo di assicurare la selezione delle imprese più efficienti, non solo di quelle oneste, che è un obiettivo necessario ma non sufficiente. E questo significa aumentare la produttività del sistema, cioè avere prodotti migliori, cioè costruzioni migliori, al prezzo più basso. Questo è tanto vero che le migliori analisi economiche dellacriminalità organizzata individuano nell`eliminazione e a concorrenza nei mercati da essa controllati, enella caduta conseguente della produttività con danni di lungo periodo alla crescita, il costo economico principale che essa infligge alla collettività. Da questo punto di vista, la sfida che sì apre con la fase dì ricostruzione è quella dicollegarla all`azione di rilancio del settore edilizio non solo dal lato della domanda ma anche e soprattutto dal lato dell`offerta, cioè dell`efficienza e produttività del sistemaNei giorni scorsi ho formulato una proposta precisa (anche se non nuova): assicurare gli immobili, contro i disastri naturali, per sollecitare i comportamenti virtuosi, tanto dei singoli proprietari che degli enti locali.

L`idea ha suscitato numerose reazionipositive e qualche dubbio.

Non sarebbe un modo surrettizio per reintrodurre una nuova tassa sulla casa, ma il corrispettivo di un servizio capace di aumentare la sicurezza di tutti e preservare e valorizzare il patrimonio dei proprietari. In ogni caso, lo ripeto, servirebbe a far entrare il mercato in un settore, quello della sicurezza collettiva, che segnala ancora un`arretratezza strutturale dell`Italia.

Lasciatemi dire, come ministro e come cittadino, che trovo umiliante l`allarme di chi già parla di mafia e camorra, per giunta in una zona che ne è storicamente immune, sol perché è in arrivo "un fiume di denaro". Che è come arrendersi ancor prima di combattere.Sono convinto, invece, che se ciascuno farà il proprio dovere, pur nel dolore di questa tragedia, potremo guarda- re alle cose fatte con orgoglio, e senza piagnistei.

L'emergenza, lo riconoscono tutte le persone ragionevoli, è stata gestita in modo eccellente.

Le istituzioni sono state presenti e al fianco dei cittadini colpiti. La fase che ora ci attende può essere gestita con altrettanto successo se la trasparenzaverrà assicuratadaun`attività di informazione efficace, accompagnata da accorgimenti specifici:

  1. I tempi devono essere predefmiti e rispettati, sia per quel che riguarda l`avvio dei lavori, che il loro avanzamento e la loro conclusione, fattore decisivo per evitare tanto il senso d`indeterminatezza che la lievitazione dei costi;
  2. Gli adempimenti burocratici devono essere ridotti all`essenziale, spingendo i responsabili del controllo ad operare sul campo, piuttosto che sulle carte;
  3. Coinvolgere i cittadini e gli enti locali, talché nessuno si senta escluso in casa propria;
  4. Fornire un flusso continuo d`informazioni, sia sulle decisioni che si prendono che sul procedere della ricostruzione stessa.

Al tempo stesso, per stroncare sul nascere ogni forma di devianza, che comporta anche spreco di denaro pubblico, si devono utilizzare, in modo combinato e sinergico, strumenti ditrasparenza che già conosciamo:

a. conti correnti dedicati, da parte degli appaltatori, etracciabilità dei flussi finanziari;

b. accreditamento delle imprese appaltatrici;

c. stazione unica appaltante, trasparenza su ogni sub appalto e mappatura delle cave di inerti;

d. obbligo di fornire le in- formazioni sulla trasparenza e clausola di esclusione, con penale e risarcimento dei danni, nel caso di false comunicazioni;

e. accesso continuo ai cantieri, in modo da controllare le opere nel corso della loro realizzazionee non soltanto sulle carte iniziali e sulla struttura finale;

f. banche dati comunicanti con tutti gli altrilavori pubblici, in modo da escludere fin dall`inizio appaltatori che hanno creato problemi o si sono dimostrati infiltrati da interessi men che leciti.foto: vigili del fuoco

Portando tutto alla luce del sole, consentendo ad ogni interessato, anche singolo cittadino, di prendere visione di questi documenti, si può riuscire a dissolvere molte ombre e sospetti. E come se mettessimo, fuori da ogni cantiere, una descrizione di quel che avviene dentro e a cura di chi. Come se facessimo di ogni singolo palazzo in costruzione un barattolo contenete alimenti, quindi con etichetta di garanzia che dichiari tutti gli ingredienti e contenuti. Combinando la trasparenza della pubblica amministrazione con l`interesse delle compagnie assicurative (che preferiscono prevenire, piuttosto che risarcire un danno), con, infine, il coinvolgimento dei cittadini, padroni della loro casa ed abitanti del loro territorio, possiamo creare un modello che serva d`esempio per ogni altra opera pubblica. Nella convinzione che alle degenerazioni non ci si deve rassegnare e che, anzi, si possono combattere perseguendol`eccellenza e la pubblica convenienza.

[17 aprile 2009]