Da "LIBERO - EDIZIONE MILANO" di Martino Cervo.
«Chiesa d'accordo col governo»
Il ministro dell'Agricoltura: il Pd è rimasto senza argomenti e rinnega perfino Tonfi Blair che fu il primo a respingere il multiculturalismo. Accoglienza? Certo, ma difendiamo la nostra identità
«La posizione del governo è in linea con quella della Chiesa. L'accoglienza e il rispetto sono possibili soltanto nella legalità», dice il Ministro dell'Agricoltura Luca Zaia.
Allora perché tante critiche sulla frase di Berlusconi sull`Italia multietnica?
«Perché abbiamo una sinistra a corto di argomenti, che si attacca a tutto e rinnega anche i suoi fari internazionali».
A chi si riferisce?
«Nel 2006, qualche mese dopo gli attentati alla metropolitana di Londra, l'allora primo ministro Tony Blair dichiarò la fine dell'ideologia del multiculturalismo. Disse in uno storico discorso che ciò che rendeva l'Inghilterra un paese così accogliente e attrattivo andava difeso e preservato. "La nostra tolleranza è ciò che fa dell'Inghilterra l'Inghilterra. Dunque conformatevi ad essa, oppure non venite", disse l'8 dicembre. E Blair - che mi pare non sia un estraneo per la sinistra ha sempre difeso la società multirazziale ma non quella multietnica. Il suo successore non ha cambiato condotta.».
Quale è la differenza? Parlare di razza espone sempre a qualche rischio...
«Non amo le sottigliezze. Una società multirazziale è una società in cui ci sono diverse razze, e la nostra società è fatta così, non c`è nessun giudizio morale in questo: ci sono popoli con caratteristiche diverse. Del resto l'Italia è un Paese di migranti! Ma riconoscere formalmente un'etnia non è un'astrazione lessicale: significa dire che sotto il profilo dell`istruzione, della sanità, delle pratiche religiose una concezione e un sistema di valori sono uguali a un altro. E questo non va bene, anche perché abbiamo a che fare con popoli i cui Stati sono ben lontani dal garantire reciprocità».
I respingimenti quindi sono legali?
«Maroni non ha bisogno di avvocati difensori, ed è stato chiarissimo: prima vengono i diritti delle persone e la loro dignità, poi tutto il resto. Mi pare che questo tagli in origine qualsiasi dubbio».
La Cei non è la sinistra, però ha fatto alcune critiche alla linea dell`esecutivo.
«Non spetta a me tirare da una parte o dall`altra i vescovi. Da cattolico, ho a cuore di testimoniare come il mio operato tenti di difendere proprio i valori che ci permettono di essere accoglienti e rispettosi della legalità. Se salta questo principio, bisognerebbe cambiare anche i patti Lateranensi... Questi valori sono molto più concreti e visibili nel mondo contadino di cui mi occupo. Non a caso, lo faccio dentro lo stesso partito che ha combattuto contro chi voleva togliere i crocifissi dalle aule e Gesù dai presepi. È curioso adesso sentire critiche di distanza dai valori cristiani proprio da chi su questi temi stava su posizioni ovviamente legittime ma opposte. Abbiamo difeso il crocifisso per le stesse ragioni: nessun bigottismo ma tutela della nostra identità, di cui Gesù in croce è segno».
Sull'immigrazione non nota una gara a impugnare la bandiera securitaria?
«Non abbiamo problemi di copyright: gli elettori premiano la coerenza e avendo sempre sostenuto queste posizioni non temiamo il sostegno da chi le sposa. Anche col federalismo siamo stati i primi a parlarne quando ci davano di matti».
[12 maggio 2009]