Intervista al Ministro Maroni sul Corriere della Sera

Il ministro: è un aiuto alle famiglie, non una marcia indietro
Maroni: «Nessuna sanatoria Faremo luce sul lavoro nero»

«Da più di un anno stavamo discutendo della questione badanti. Non riguarda la totalità degli irregolari»

ROMA - No a sanatorie per le badanti, sì all’emersione del lavoro domestico in nero. Sulla mi¬sura che il governo si appresta a proporre in parlamento si è cominciato a discutere sin dalla prima riunione del Consiglio dei ministri nel maggio del 2008 a Napoli. Roberto Maroni, responsabile dell’Interno, illustra il provvedimento dopo l’intesa raggiunta con il collega del Welfare Maurizio Sacconi.

Può spiegare i termini dell’intesa?

«Se ne parla da più di un anno. Al primo Consiglio dei ministri si affrontò l’argomento badanti quando approvammo il pacchetto sicurezza. E decidemmo su mia proposta che prima di prendere qualsiasi provvedimento su regolarizzazioni, sanatorie e questioni del genere bisognava chiudere il pacchetto sicurezza nella sua interezza».

Il pacchetto è stato approvato e il resto?

«Fissati rigore e regole per il contrasto all’immigrazione clandestina adesso ci apprestiamo ad adottare gli altri provvedimenti. Quando Carlo Giovanardi è uscito con quella dichiarazione, un’ora prima io e Sacconi c’eravamo sentiti dicendo: 'domani i nostri si vedono e cominciano ad affrontare la questione badanti'. È insomma una cosa medita¬ta e non deriva da qualche improvvida dichiarazio-ne fatta tizio, caio e sempronio. E poi va dato a Cesare quel che è di Cesare. Questa è un’iniziativa che ha fortemente voluto Sacconi. Solo la propa¬ganda politica ha oscurato il suo ruolo. Ma è un’ini-ziativa che era nel suo cassetto e che io ho sempre condiviso. Mai si è parlato di sanatoria».

A chi è rivolta? foto: MARONI

«Alle famiglie con badanti o con colf, a prescindere della nazionalità della persona. Quindi non un provvedimento rivolto agli extracomunitarii ma a coloro che svolgono questo lavoro e che non sono in regola. Vale per italiani, comunitari ed extracomunitarii. Gli italiani e i comunitari si iscrivono al-l’Inps, mentre gli extracomunitarii oltre a fare questo otterranno la concessione del permesso di sog-giorno per motivi di lavoro, a certe condizioni. Insisto: il provvedimento è rivolto a tutti e ha la finalità di regolarizzare il lavoro domestico irregolare».

Gli irregolari di cui parla lei appartengono al gruppo di quelli hanno fatto richiesta ma non è stata accolta?

«No. Il datore di lavoro denuncia la situazione, paga un contributo all’Inps corrispondente a tre me¬si pregressi, andando a ritroso dal 30 giugno, sotto¬scrive un contratto di colf o di badante e, se si tratta di un cittadino extracomunitario, presenta anche la dichiarazione allo sportello unico dell’immigrazio¬ne. Così alla persona viene dato il permesso di soggiorno per motivi di lavoro».

Quando entrerà in vigore questa nuova normativa?

«Dipende dal Parlamento, penso che verrà proposta nel decreto anticrisi...».

Chi la proporrà?

«Il relatore o il governo la prossima settimana. Si stanno definendo gli ultimi dettagli dal punto di vista delle coperture con il ministero dell’Economia. E’ un intervento a sostegno delle famiglie per-ché riteniamo che questo tipo di lavoro abbia una forte valenza sociale e per questo meriti un provve-dimento specifico. Per evitare trucchi e per evitare di dare lavoro a chi non fa la badante e non fa la colf i datori di lavoro non cittadini italiani devono avere il requisito della permanenza in Italia di al-meno cinque anni».

Dalle sue parole sembra si sia trattato di una tempesta in bicchiere d’acqua, possibile che tutti da Giovanardi alla Chiesa abbiano pre¬so un abbaglio?

«Certo è stata una tempesta in un bicchiere d’acqua».

L’Udc commenta l’accordo con un 'il governo ha fatto marcia indietro'...

«Non mi perdo dietro a questo tipo di commenti. L’unico contributo che l’Udc ha dato in questi anni alla lotta all’immigrazione clandestina è stato quando, qualche anno fa, Casini propose di prendere a mitragliate i barconi che arrivano in Italia. Che io mi ricordi l’unica proposta è stata questa. Quindi non mi pare particolarmente significativo il commento dell’Udc su questo tema».

La Cgil sostiene che occorre regolarizzare tutti.

«Noi invece vogliamo fare emerge¬re il lavoro nero domestico e siamo contrari alle sanatorie generalizzate perché il patto europeo su immigrazione e asilo prevede che non se ne facciano più. E il nostro provvedimento è coerente con le norme europee».

Il rigore sopra ogni altra considerazione.

«L’ha detto benissimo Sacconi: chiuso il capi¬tolo del rigore accompagniamo il pacchetto sicu¬rezza con una misura eccezionale che riguarda le famiglia. Insomma l’esatto contrario di una re¬tromarcia».

Quanti sono le colf e le badanti?

«Abbiamo delle stime che sono diverse da quei dati che sono diffusi a casaccio dalla Cgil, perché ci mettono dentro rumene e polacche che non sono più extracomunitarie. I dati significativi saranno quelli che verranno forniti dall’Inps».

Ci sono alcuni parlamentari del Pdl alla Camera e al Senato che invocano una regolarizzazione per quanti non sono riusciti ad ottenerla facendo la domanda all’epoca del decreto flussi 2008.

«Questa è una sanatoria e il governo è contra¬rio. E poi proposte di questa fatta contrastano con il programma del Pdl più Lega dove c’è scritto: 'no a sanatorie'».

Lorenzo Fuccaro
 

[11 luglio 2009]