Nei giorni più difficili della crisi scoppiata nell’agosto 2008, il presidente Berlusconi ha messo in campo i suoi buoni rapporti con Vladimir Putin per fermare gli scontri in Georgia e impedire una battaglia in campo aperto tra i due eserciti. Successivamente, il premier si è adoperato per fare in modo di giungere a una soluzione equilibrata della questione, assicurando il forte contributo dell’Italia all’azione condotta da Nicholas Sarkozy, presidente di turno dell’Unione Europea. Il Consiglio Europeo straordinario tenutosi il primo settembre 2008 a Bruxelles, ha fatto propria la linea del “buon senso” fortemente auspicata dall’Italia.
Da un lato l’Europa ha stigmatizzato il comportamento russo nel Caucaso e ha confermato la richiesta alla Russia di completare il ritiro delle sue truppe dalle zone occupate nel territorio georgiano. Dall’altro lato non si sono imposte sanzioni e non si è interrotto il dialogo con la Russia, partner strategico irrinunciabile per la stabilità del mondo.
L’Europa non può permettersi di considerare quello di Mosca un governo ostile, perché senza la Russia non è possibile affrontare le delicatissime situazioni in Iran, Afghanistan e nel Medio Oriente. Se la crisi in Georgia non fosse stata risolta positivamente e si fosse ripiombati in un clima da nuova guerra fredda, sarebbe stata una catastrofe per l’economia, per la lotta contro il terrorismo internazionale, per la pace e lo sviluppo nel mondo.
“Mai avremmo ottenuto un accordo tra georgiani e russi se Berlusconi non avesse fatto valere i suoi antichi legami di amicizia e fiducia con Vladimir Putin”
Nicholas Sarkozy, 24 febbraio 2009
[30 luglio 2010]