Lo stato è tornato a fare lo stato. I rifiuti in Campania: problema risolto

foto: rifiutiIl Governo in soli 58 giorni ha messo fine alla fase più critica dell’emergenza rifiuti.

Il 23 maggio 2008, nella prima riunione operativa del Consiglio dei Ministri (tenutasi a Napoli come da impegno preso in campagna elettorale), il Governo ha stabilito una serie di interventi che in soli 58 giorni hanno messo fine alla fase critica dell’emergenza rifiuti in Campania. Il risultato è stato raggiunto con un grande lavoro, che ha visto impegnati in prima linea il Presidente del Consiglio (per otto volte a Napoli in meno di tre mesi), il sottosegretario Bertolaso e il generale Giannini, comandante dei militari impiegati durante la fase più acuta dell’emergenza per vigilare sulle discariche. Il 31 dicembre 2009 è finita la fase dell’emergenza. Ora spetta alle amministrazioni locali continuare sulla strada intrapresa nei 18 mesi precedenti.

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Nel 2008 erano 551 i Comuni della Campania interessati dall’emergenza. Questi centri producono circa 7.200 tonnellate di rifiuti al giorno: uscire dall’emergenza ha comportato raccogliere e avviare a smaltimento la produzione quotidiana di immondizia insieme con le migliaia di tonnellate accumulatesi nei mesi precedenti. Sono state attivate tutte le discariche che era possibile mettere in funzione immediatamente; parte dell’immondizia è stata avviata in Germania (500 le tonnellate massime al giorno); parte è stata pretrattata e avviata agli impianti di  termovalorizzazione di altre Regioni. L’invio dei rifiuti in Germania è terminato a marzo 2009, con conseguente forte risparmio di denaro pubblico.

Nel febbraio 2009 è stata aperta la discarica di Chiaiano, che si è unita alle discariche di Savignano Irpino, e di Sant’Arcangelo Trimonte. Mentre proseguono i lavori per la realizzazione della discarica  di San Tammaro che potrà accogliere fino a 1.200.000 tonnellate, il 10 giugno è stata aperta cava Sari, la prima parte della discarica di Terzigno, in grado di ospitarne, al momento, 600.000. Il termovalorizzatore di Acerra,  il primo in Campania, ha aperto il 26 marzo 2009. Punto di svolta per la risoluzione dell’emergenza rifiuti, i tre forni del termovalorizzatore, sono in grado di bruciare 1.800-1.900 tonnellate di rifiuti al giorno, producendo energia elettrica per 200.000 famiglie.

Ifoto: bidonil termovalorizzatore di Acerra si aggiunge a quelli da tempo in funzione a Vienna, Parigi, Montecarlo, Amsterdam, Amburgo, Copenaghen, Milano, Brescia e in tante altre città europee, che hanno trasformato i rifiuti da problema in risorsa energetica. Per i termovalorizzatori di Salerno e Napoli, sono state avviate le procedure di appalto e di individuazione dell’area. Il Governo resterà fortemente impegnato a Napoli e in Campania, per assicurare i luoghi e le condizioni per lo stoccaggio e lo smaltimento, lavorando con i Comuni, le Province, la Regione, per il tempo necessario a rendere operativa la realizzazione di impianti per il trattamento rifiuti e la raccolta differenziata.

I Comuni sono  responsabili della raccolta quotidiana dei rifiuti, del monitoraggio della qualità della raccolta differenziata e della promozione di mirate campagne di comunicazione ai cittadini. I Comuni inadempienti subiranno richiami e sanzioni, che possono giungere fino allo scioglimento del consiglio comunale e al commissariamento. Il 31 dicembre 2009 sono stati commissariati 3 comuni: Maddaloni, Casaldiprincipe, Castel  Volturno. Lo sforzo eccezionale del Governo proseguirà fino alla fine dell'emergenza, prevista per 31 dicembre 2009. La soluzione  della questione rifiuti richiederà almeno due anni di lavoro, per rendere definitive le soluzioni avviate e per la diffusione della raccolta differenziata.

[02 febbraio 2010]