Pił fiducia, meno disoccupazione

Il fenomeno si era manifestato già prima dell'estate in tutte le economie occidentali. Vale a dire, che a fronte dei primi segnali di fine della crisi, l'occupazione non migliorava; anzi, peggiorava. Alla ripresa dell'attività, alla riapertura delle fabbriche, quella tendenza viene confermata.

Migliorano gli indici di fiducia di famiglie ed imprese, ma il tasso di disoccupazione aumenta

fotoA riguardo vanno fatte alcune considerazioni. Il tasso che misura la fiducia di famiglie ed imprese in Italia è più alto che in altri Paesi concorrenti. Al tempo stesso, il tasso di disoccupazione interno è più basso; non solo della media europea (9,5% nell'area Euro, 7,4% in Italia), ma anche rispetto alle Grandi economie europee. Tanto per fare qualche esempio in Germania il tasso di disoccupazione è al 7,7%, come in Inghilterra; mentre sale al 9,8% in Francia e schizza al 18,5% in Spagna.

In Italia c'è più fiducia e meno disoccupazione

Il fenomeno di questo momento di uscita della crisi a "due facce" è comune in tutt'Europa. Ma in Italia c'è più fiducia e meno disoccupazione. E se la tendenza è in atto, una parte del merito è senz'altro anche delle misure messe in campo dal governo.

Le misure del governo

In primo luogo per gli interventi messi in campo per mettere le aziende nelle migliori condizioni possibili per agganciare in tempo la ripresa. Le varie misure di sconti fiscali sugli investimenti, sui bonus-lavoro, sui consumi stanno contribuendo alla creazione di un clima "positivo" intorno alle imprese che favorisce un clima di fiducia.

Al tempo stesso gli interventi di sostegno al reddito per chi perde il lavoro (ed anche le ultime misure sulla cassa integrazione) consentono di tamponare, da una parte, la fuoriuscita di personale dalle fabbriche; e, dall'altra, contribuiscono ad alimentare il clima di fiducia nelle famiglie.

Finora le diverse misure di sostegno al reddito messe in campo dal governo hanno raggiunto circa 800 mila lavoratori colpiti da crisi aziendali. Ne consegue che quell'aumento del tasso di disoccupazione conseguente alla crisi (più di un punto percentuale) ha ricevuto - nelle diverse forme - sostegno dal governo; in virtù dell'impegno assunto da Silvio Berlusconi di "non lasciare indietro nessuno".

Ed è per queste ragioni che l'Italia sta reagendo meglio di altri Paesi a questa coda della crisi. Con un indice di fiducia più alto ed un tasso di disoccupazione più basso. Questi sono "fatti".

[2 settembre 2009]