La Repubblica, Affari&Finanza, 26 ottobre 2009
"Class action vi spiego la mia verità" - "La mia class action funzionerà è una rivoluzione a costo zero"
di Brunetta Renato, Ministro della Pubblica Istruzione
Caro Direttore, ho letto con interesse l'articolo di Massimo Giannini, positivamente colpito dal fatto che, dopo avere ignorato la riforma della Pubblica Amministrazione, si fosse alnienonotatoildebutto dell'azione collettiva. Devo osservare, però , che le critiche sono più rivolte al pregiudizio che non alla sostanza di questa legge. Come già altri, Giannini ha infatti trascurato di inserirla nel sistema vigente, smarrendo il senso dell'azionecollettiva nei confronti della pubblica amministrazione. Quest'ultiina, appovata in via preliminare dal Consiglio dei ministri,va considerata insieme alla class action ordinaria del codice del consumo, ai rimedi ordinari già riconosciuti al cittadino e alla più generale riforma del lavoro pubblico che si avvia a divenire legge: si compleffi, così, unsistema di tutela del cittadino-cliente volto a restituire efficienza della pubblica amministrazione (e nessuno aveva protestato..).
Si tratta di una novità assoluta per il nostro ordinamento perché, nell'introdurre la delega circa la class action ordinaria con la legge finanziaria per il 2008, il Governo Prodi aveva riconosciuto ai cittadini solo un'azione nei confronti dei privati, senza prevedere alcun rimedio per le inefficienze dell'amministrazione. Questo Governo, invece, ha disposto la proroga dell'entrata in vigore di quella azione proprio per consentire che le due azioni fossero introdotte insieme: ci avverrà nel 2010 e rapprcsenta il primo dei fondamentali elementi sfuggiti all'analisi di Giannini.
In ragione dell'azione introdotta, il cittadino - anche tramite un'associazione - potrà sottoporre alla verifica del giudice amministrativo le inefficienze della pubblica amministrazione, intese come violazione di standard, inosservanza di termini, omissione di atti genetali obbligatori, così ottenendo da subito evelocemente alcuni risultati importanti e assolutamente innovativi, quali: l'immediata pubblicità del ricorso e degli esiti successivi, il coinvolgimento immediato del dirigente re- sponsabile, una pronuncia del giudice che ordini alla PA o al concessiunario inefficienti di rimediare e, infine, l'individuazione dei dirigenti responsabili del dissenrizio con la segnalazione degli stessi ai titolari dell'azione disciplinare perle sanzioni del caso, Proprio il contrario diquanto affemmto daGianami circa il supposto pugno di ferro contro gli impiegati e il guanto di velluto contro i dirigenti .
In quanto al risarcimento del danno, questo è già riconosciuto al cittadino in via ordinaria, ne è garante la giurisprudenza che pacificamente riconosce la risarcibilità (lei diritti e anche degli interessi legittimi che il cittadino assuma violati dall'attività dei pubblici poteri. Con riferimento alle imprese private che gestiscono pubblici servizi, è utilizzabile a questo fine anche la class ad bn ordinaria che non a caso entra in vigore contemporaneamente a questa azione collettiva.
A prescindere dalla sanzione economica, peraltro di per sé mai esaustiva della pretesa al buon funzionamento del servizio pubblico, con la nostra azione collettiva al cittadino-cliente viene fornito uno strumento aggiuntivo e specifico idoneo ad ovviare alle inefficienze della PA.
Giannini non si spiega percbé la pronuncia del giudice dovrà mantenersi nei limiti delle risorse ordinariamente assegnate all'amministrazione convenuta. Nulla di cui stupirsi. In primo luogo perché migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione aumentando, ancora, la spesa pubblica non serve a tutelare l'interesse dei cittadini che già da molto tempo sostengono costi sproporzionati. In secondo luogo perché è contrario ai principi fondanti il nostro ordinamento attribuire al Giudice il potere di intervenire direttamente sulle risorse assegnate ad un'amininistrazione. In terzo luogo perché, per fare un esempio, le liste di attesa per gli esami diagnostici di una Asl vanno intanto abbreviate organizzando meglio il personale e facendo lavorare pi a lungo nella giornata le macchine già esistenti (come magari già avviene in altre Asl) piuttosto che aspettando le risorse necessarie all'acquisto di nuovi strumenti.
Ecco allora che questa azione, pur tra mille resistenze e difficoltà, pu divenire il necessario complemento giurisdizionale di quella rivoluzione dell'efficienza a costo zero cile sto perseguendo, fin da mio insediamento. Se non si cade preda di un pregiudizio negativo, come in questa occasione è accaduto, sipu riconoscere che oggi il cittadino-clienteècomplessivamente pi tutelato di quanto lo sia mai stato in passato.
Si può fare di più ? Certamente, ma non cominciando a gettare o oenigrare quel che di buono si è fatto.
[26 ottobre 2009]