Approvata la Riforma dell'università

foto: gelminiLa Riforma dell’Università: le linee ispiratrici

E’ il primo provvedimento organico che riforma l’intero sistema universitario. Il disegno di legge afferma il principio che l’autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità: finanziaria, scientifica, didattica. Le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni. Se saranno gestite male riceveranno meno finanziamenti. Soldi solo in base alla qualità.Fine dei finanziamenti a pioggia.Si riforma il reclutamento del personale e si riforma la governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza.

Organizzazione del sistema universitario

(entro sei mesi dall’approvazione della legge le università dovrannoapprovare statuti con queste caratteristiche)


I punti salienti:

  1. commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri;
  2. cadenza regolare annuale dell’abilitazione a professore al fine di evitare lunghe attese e incertezze;
  3. attribuzione dell’abilitazione, a numero aperto, sulla base di rigorosi criteri di qualità stabiliti con Decreto Ministeriale, sulla
    base di pareri dell’ANVUR e del CUN;
  4. distinzione tra reclutamento e progressione di carriera: basta con i concorsi banditi per finta solo per promuovere un interno. Entro una quota prefissata (1/3), i migliori docenti interni all’ateneo che conseguono la necessaria abilitazione nazionale al ruolo superiore potranno essere promossi alla luce del sole con meccanismi chiari e meritocratici;
  5. messa a bando pubblico per la selezione esterna di una quota importante (2/3) delle posizioni di ordinario e associato per ricreare una vera mobilità tra sedi, oggi quasi azzerata;
  6. procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia.


foto: gelminiAccesso di giovani studiosi

Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l’accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. I punti salienti:

  1. revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani;
  2. revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele con aumento degli importi;
  3. abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti;
  4. nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello;
  5. riforma del reclutamento con l’introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3). Al termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l’università maturando però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre il provvedimento abbassa l’età in cui si entra di ruolo in università da 36 a 30 anni con uno stipendi che passa da 1300 euro a 2100.
  6. chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti;
  7. valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del Fondo di Finanziamento
    Ordinario;

Gestione finanziaria

presentazione linee strategiche

[28 ottobre 2009]