L'autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità: finanziaria, scientifica, didattica. Le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni. Se saranno gestite male riceveranno meno finanziamenti. I fondi saranno dunque attribuiti solo in base alla qualità, sancendo la fine dei finanziamenti a pioggia. Si riforma inoltre il reclutamento del personale e si riforma la governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza.
Organizzazione del sistema universitario
Entro sei mesi dall'approvazione della legge le università dovranno approvare statuti con le seguenti caratteristiche.
Adozione di un codice etico
Come è: non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni e nell'amministrazione. Come sarà: ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del ministero.
Limite massimo complessivo di 8 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma
Come è: ogni università decide il numero dei mandati. Come sarà: un rettore non potrà rimanere in carica per più di 8 anni, con valenza retroattiva.
Distinzione netta di funzioni tra Senato e Consiglio d'Amministrazione
Il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione. Come è: attualmente vi è una confusione e ambiguità di competenze tra i due organi che non aiuta l'assunzione di responsabilità nelle scelte. Come sarà: il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il CdA ad avere la responsabilità chiara delle spese, delle assunzioni e delle spese di gestione anche delle sedi distaccate. Il CdA non sarà elettivo, ma fortemente responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del CdA potrà essere esterno.
Presenza qualificata degli studenti negli organi di governo
Introduzione di un direttore generale al posto del direttore amministrativo. Come è: oggi il direttore amministrativo è spesso un esecutore con ruoli puramente amministrativi. Come sarà: il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come vero e proprio manager dell'ateneo.
Nucleo di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna
Come è: molti nuclei di valutazione sono oggi in maggioranza composti da docenti interni. Come sarà: il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.
Gli studenti valuteranno i professori
Questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero.
Possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili
Come è: oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi. Come sarà: ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.
Riduzione dei settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore)
Come è: ogni professore è oggi rigidamente inserito in settori scientifico-disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti. Come sarà: saranno ridotti per evitare che si formino micro-settori, che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.
Riorganizzazione interna degli atenei
Riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facoltà inutili o non richieste dal mondo del lavoro.
[29 ottobre 2009]