Governo 2010: Italia, si riparte

foto: berlusconiL’agenda politica, e non solo, di questo inizio 2010 è totalmente nelle mani di Silvio Berlusconi. Fisco, candidati e alleanze per le Regionali, riforme, dialogo con l’opposizione.

Se di pagina da voltare si può parlare, è caso mai perché la ripresa economica appare sempre più concreta, perché c’è un altro test elettorale da affrontare, perché nel Pd è cambiata la segreteria, perché l’agguato di Milano ha fatto riflettere tutti sulla assoluta necessità di eliminare dalla politica i veleni, a cominciare da quelli dell’antiberlusconismo di piazza e di salotto.

Oggi però il premier torna materialmente nella capitale, e dunque riprendono gli impegni ufficiali di lavoro in Italia e all’estero. Vediamo i punti principali di questa agenda del capo del governo, e perché è lui a dettarla.

Tasse

La promessa riduzione si farà, nel corso della legislatura e nel rispetto dei vincoli di bilancio. Il carico fiscale sarà comunque ridotto, come ha confermato Giulio Tremonti, ed è la terza volta che il centrodestra riduce le tasse. In pratica lo ha fatto sempre: nel ’94-’95, nel 2001-2006, ed in questa. Purtroppo poi la sinistra ha cancellato i tagli dei governi moderati, e così oggi l’Italia si trova contemporaneamente con una pressione fiscale che secondo la Commissione europea potrebbe superare il 45 per cento, e con un debito pubblico tra i più elevati.

Uno stato di cose che certo non dipende da noi, che come primo atto di governo abbiamo eliminato l’Ici sulle prime case e successivamente affrontato l’emergenza economica senza sottrarre un euro dalle tasche della gente. Né si possono dimenticare i benefici fiscali erogati agli studenti, a chi ha momentaneamente perso il lavoro, ai precari, ai terremotati abruzzesi, e soprattutto alle fasce a basso reddito e agli anziani.

Pace politica

Berlusconi l’aveva auspicata all’atto dell’insediamento del governo, poi ci sono stati mesi e mesi di veleni. L’attentato di Milano, il cambio di segreteria del Pd, gli appelli di Napolitano, sembrano aver indotto molti all’autocritica. E’ però giusto rivendicare la primogenitura del dialogo: il rispetto degli avversari, la ricerca di riforme condivise, sono nel nostro Dna. Il premier, ora, rilancia anche su questo fondamentale terreno: speriamo che l’appello venga stavolta raccolto. Per dialogare ovviamente occorre essere in due.

foto: cartaRegionali

A dispetto di quanti individuavano divisioni tra Popolo della Libertà e Lega, e contrasti nel Pdl, abbiamo presentato per primi candidati vincenti e candidature condivise in tutto il Nord, nel Lazio, in Calabria. Prestissimo saranno presentati i nomi per tutte le altre regioni, a cominciare da Campania e Puglia. E l’opposizione? E’ costretta, anche qui, a rincorrere con affanno. I casi del Lazio e della Puglia sono sintomatici di uno scontro non ancora risolto tra anima riformista e massimalista, e soprattutto nel Lazio di una fuga dalla probabile sconfitta.

Giustizia e istituzioni

Il premier ha fatto appello per riforme condivise. Nel frattempo si procederà con le leggi ordinarie, anche di tipo costituzionale, sul processo breve e sulla necessità di far lavorare chi governa e rappresenta il popolo. Il Pd di Bersani sembra disponibile. I suoi alleati interni ed esterni molto meno.

Ma in generale sono tutti questi argomenti a dominare il dibattito politico. Soprattutto, e su questi che si lavora. Ripetiamo: l’agenda è saldamente in mano a Berlusconi, segno evidente di una leadership che non conosce né pause né problemi. E si può soprattutto stare certi che, come al solito, dai progetti si passerà ai fatti. 

11 gennaio 2010