Dichiarazione dello stato d'emergenza fino a tutto il 2010; interventi di edilizia penitenziaria per la costruzione di 47 nuovi padiglioni e 18 nuovi istituti secondo il 'modello L'Aquila', con la predisposizione di oltre 21mila posti in più che porteranno la capienza totale a 80mila unità; interventi normativi che introducono la possibilità della detenzione domiciliare per chi deve scontare solo un anno di pena residua e la messa alla prova delle persone imputabili per reati fino a tre anni, che potranno così svolgere lavori di pubblica utilità; assunzione di 2000 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria.
Sono quattro i “pilastri” del Piano carceri elaborato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano e approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, con il quale il Governo intende risolvere i problemi di sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani.
Alla base di tutto, c’è la dichiarazione dello stato di emergenza in cui versa attualmente il sistema penitenziario italiano, che durerà fino al 31 dicembre di quest'anno. Quindi gli interventi di edilizia penitenziaria, con la costruzione, entro l’anno, di 47 nuovi padiglioni utilizzando il modello adottato per il dopo-terremoto a L'Aquila. A partire dal 2011, poi, saranno realizzate, sotto la supervisione del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Commissario straordinario per l'emergenza, Franco Ionta, le altre strutture previste dal Piano. Complessivamente, tali interventi porteranno alla creazione di 21.709 nuovi posti negli istituti penitenziari e al raggiungimento di una capienza totale di 80mila unità. Per realizzare tutto ciò, saranno utilizzati 500milioni di euro già stanziati in Finanziaria e altri 100milioni di euro provenienti dal bilancio della Giustizia.
Sul piano normativo, saranno introdotte novità al sistema sanzionatorio, per prevedere, da un lato, la possibilità della detenzione domiciliare per chi deve scontare solo un anno di pena residua e, dall’altro, la messa alla prova delle persone imputabili per reati fino a tre anni, che potranno così svolgere lavori di pubblica utilità con conseguente sospensione del processo. Il Piano del Guardasigilli, infine, prevede l’assunzione di 2000 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria.
“Quella che ci accingiamo a compiere – ha commentato Alfano – è una missione che non ha precedenti nella storia della Repubblica, perché per la prima volta si vuole risolvere il problema del sovraffollamento carcerario senza dover ricorrere all'ennesima amnistia o a provvedimenti di indulto, ma volendo dare dignità a chi, comunque, deve scontare una pena detentiva”.
[14 gennaio 2010]