Far funzionare la giustizia: la riforma del processo civile

foto: pila di cartaI tribunali e la giustizia civile rappresentano un servizio essenziale per i cittadini e per le imprese. Una giustizia civile lenta, inaffidabile e inefficiente è un fardello che pesa sul sistema produttivo penalizzandolo in modo inaccettabile. Nel nostro Paese c’è un arretrato di cinque milioni di processi civili. Il 26 maggio la riforma del processo civile è diventata legge. Questa riforma consentirà celerità e trasparenza e ha come obiettivo finale quello di dare ai cittadini una giustizia che funzioni, tramite la razionalizzazione del processo civile, lo snellimento delle varie fasi processuali e un percorso più veloce nella risoluzione delle controversie, anche utilizzando strumenti alternativi rispetto al ricorso al giudice. Si calcola che a regime le nuove norme consentiranno di “risparmiare” in totale 40 mesi per ogni processo

Semplificazione dei “riti processuali”

Dalla babele degli attuali trenta tipi di procedimenti giudiziari si passa a tre soli modelli processuali: ordinario, del lavoro, sommario. Sono inoltre aboliti il farraginoso rito societario e quello speciale per le cause per incidenti stradali. Il “processo sommario di cognizione” è un procedimento più snello e alternativo rispetto al rito ordinario, basato su una istruttoria essenziale che si conclude con una ordinanza esecutiva. Esso si caratterizza per il fatto di essere meno formale, più flessibile e dunque più rapido, senza però ledere il principio del contraddittorio e il diritto di difesa.Le parti potranno usare questo tipo di processo in tutte le cause in cui è previsto un giudice monocratico.

Tempi certi

All’inizio della causa, valutando il tempo stimato per svolgere le attività relative al dibattimento, il giudice stabilirà il calendario del processo. L’obiettivo è garantire una certezza sui tempi di conclusione della causa. Sono ammesse richieste di proroga dei tempi ma solo per motivi gravi.

La mediazione civile

Questa nuova possibilità di accordo senza ricorrere al processo serve per evitare di intasare ulteriormente i tribunali. La mediazione avverrà davanti a organismi professionali, anche attraverso procedure telematiche: le parti avranno agevolazioni fiscali e il procedimento non potrà durare più di quattro mesi. foto: carcere

Più competenze ai giudici di pace

La riforma aumenta in modo sensibile le competenze di base del giudice di pace, al quale possono essere affidate cause fino a 5.000 euro per i beni mobili e fino a 20.000 euro per i risarcimenti danno da veicoli e natanti. Ai giudici di pace spetterà anche valutare le contestazioni per interessi sui crediti previdenziali e simili.

Sanzioni per chi ritarda i processi

Il nuovo processo civile prevede sanzioni per chi ritarda, la conclusione del processo con il proprio comportamento. Inoltre in caso di “lite temeraria”, cioè di causa fatta quando si ha palesemente torto, il giudice potrà obbligare a un risarcimento a favore della parte avversa.

Rispettare le sanzioni

La legge prevede un nuovo strumento di coercizione per chi non adempie a obblighi quali, il rispetto dei provvedimenti in materia di affidamento dei figli minori nei giudizi di separazione e divorzio, l’inadempimento di prestazioni professionali di contenuto particolarmente specialistico e la violazione del patto di non concorrenza stipulato tra imprenditori.

Meno ricorsi in Cassazione

Per evitare “impugnazioni temerarie” viene introdotto un filtro per l’ammissibilità dei ricorsi in Cassazione, al fine di diminuire il carico di lavoro del giudice di legittimità, ponendolo in linea con gli standard europei e internazionali. Il ricorso sarà ammesso solo nel caso in cui la sentenza impugnata abbia violato i principi del giusto processo e non abbia applicato correttamente i principi affermati in modo costante dalla cassazione, vi siano contrasti nella giurisprudenza o la questione posta abbia i caratteri della novità.

Altre misure “risparmia tempo”

La riforma prevede la semplificazione della fase di decisione delle controversie; la riduzione dei tempi per il compimento dei singoli atti processuali; la possibilità di acquisire le testimonianze in forma scritta, previo accordo tra le parti; l’obbligo e di decidere subito, l’iniziodel processo, le questioni preliminari come quelle sulla competenza, al fine di evitare che si prolunghino inutilmente alcuni processi.

5.425.000 procedimenti civili pendenti in italia 960 giorni durata media di un procedimento in 1° grado

1.509 GIORNI durata media di un procedimento di 2° grado

[03 febbraio 2010]