Toscana. Trema la presunta (molto presunta) "superiorità morale" del Pd

foto: svolta a sinistraTrema di nuovo la presunta (molto presunta) "superiorità morale" del Pd, travolto da una nuova bufera giudiziaria in Toscana, cioè in uno dei suoi feudi storici. Dopo la lottizzazione di Castello, che travolse la giunta Domenici dimezzandola, la magistratura ha messo ora gli occhi sulla costruzione del casello autostradale di Barberino e sull'ampliamento del parcheggio di un outlet vicino al casello. Ci sono vari filoni nell'inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Firenze sul gruppo composto da politici, imprenditori e funzionari pubblici che avrebbe gestito l'urbanistica di Barberino del Mugello "perseguendo i propri interessi personali" e che è definito come un vero e proprio "comitato d'affari" targato rigorosamente Partito Democratico.

Fra i tredici indagati ci sono infatti l'assessore regionale Paolo Cocchi, il consigliere regionale Gianluca Parrini e l'ex sindaco di Barberino Gian Piero Luchi. Come si evince dalle 80 pagine del decreto di perquisizione firmato dal pm De Gregorio, l'indagine è partita da alcuni accertamenti sulla costruzione del nuovo casello autostradale di Barberino del Mugello.

Dalle carte dell'inchiesta emerge, in particolare, che "l'ex sindaco Gian Piero Luchi e il suo vice Alberto Lotti avrebbero programmato lo sviluppo urbanistico del territorio in funzione dei progetti di investimento immobiliare degli imprenditori a loro vicini".

I privati avrebbero corrisposto cospicue somme di denaro, mentre i politici di Barberino avrebbe utilizzato le loro cariche solo ed esclusivamente in funzione degli interessi dei loro amici.

Le figure di Paolo Cocchi e Gianluca Parrini si inseriscono nell'inchiesta perché avrebbero fatto da mediatori fra gli imprenditori e gli amministratori comunali. L'assessore regionale Cocchi, in particolare, avrebbe agito a favore dell'imprenditore Danilo Cianti in cambio di vacanze nelle sue abitazioni private e del soggiorno con la moglie in un lussuoso stabilimento termale di Monsummano Terme. L'assessore, che ha rimesso il proprio mandato nella mani del presidente Martini, si è detto "sereno e sicuro che la vicenda si concluderà con una certificazione della mia onestà".

Ma nelle intercettazioni un consigliere dice esplicitamente al sindaco di Barberino: "A casa mia queste cose sono pericolose...".

[4 febbraio 2010]