Il Presidente Berlusconi vola a Washington per il Vertice sulla sicurezza nucleare, insieme ad altri 47 leader mondiali. L’Italia fa sentire la sua voce autorevole anche sul tema della sicurezza nucleare in virtù di anni di impegno personale del premier in un settore decisivo per la pace.
Sicurezza
Si parlerà di sicurezza contro il terrorismo nucleare, di sicurezza quindi dei materiali nucleari che si trovano e si diffondono sempre più in tanti Paesi che non hanno la capacità o l’interesse ad adottare misure di controllo per evitare che il tutto finisca nelle mani sbagliate. Si parlerà in generale di una cornice politica internazionale che sia a sua volta un’ulteriore, decisiva garanzia di sicurezza per tutti. Su questi fronti, Berlusconi è concretamente impegnato, in prima linea, da anni. Basti ricordare, a proposito di cornice politico-diplomatica, l’insistenza di Berlusconi sulla necessità di lanciare prima, e tenere vivo poi, lo spirito di Pratica di Mare. Nel 2002, fu proprio grazie all’Italia che la Russia fu associata alla Nato. Quella iniziativa, che ebbe pieno successo, significò la caduta definitiva degli ultimi mattoni del Muro di Berlino e l’inizio di una nuova era di collaborazione tra quelli che erano stati fino al giorno prima i due blocchi che avevano mantenuto un equilibrio di “rispetto” reciproco e di non belligeranza solo grazie ai rispettivi arsenali di deterrenza nucleare.
Da Pratica di Mare a Start 2010
Lo spirito di Pratica di Mare è quello che ha spinto Berlusconi a rilanciare il dialogo con la Russia attraverso il Vertice di Corfù dell’estate 2009, e quindi l’avvio della cooperazione militare tra Mosca e la Nato dopo una serie di gravi episodi di incomprensione e attrito. Ed è nel segno dello spirito di Pratica di Mare che Berlusconi ha impostato anche il suo rapporto con il neo-insediato Presidente degli Stati Uniti a Washington (secondo leader europeo ad andare in visita alla Casa Bianca dopo Gordon Brown) all’indomani di un intenso periodo di visite e rapporti molto stretti con i vertici russi. La firma del Trattato Start 2010 ha consentito inoltre di consacrare questo nuovo periodo di collaborazione tra Mosca e Washington per la riduzione degli armamenti nucleari. E ancora, proprio nel Vertice di Parigi che si è tenuto venerdì scorso, Berlusconi ha concordato con il Presidente Sarkozy una strategia di sicurezza per l’Europa che passa necessariamente attraverso la sicurezza nucleare (sia civile che militare, oltre a tutti i materiali che potrebbero essere impiegati dai terroristi per un attacco di tipo nucleare).
C’è una linea, un filo conduttore che collega l’impegno di Berlusconi sul fronte della sicurezza, sul fronte della politica estera e della politica europea in particolare, e sul fronte della politica energetica che è uno dei punti qualificanti anche del suo programma di governo per i prossimi anni.
La agenda fittissima del premier
E' un'agenda fittissima e densa di contenuti quella che attende Silvio Berlusconi per la due giorni che lo vedra' da oggi a Washington per il vertice mondiale sulla sicurezza nucleare. Un appuntamento che riporta il presidente del Consiglio sulla scena internazionale con un tema che l'inquilino di Palazzo Chigi sente particolarmente 'suo', come ha testimoniato anche la soddisfazione espressa per la firma del nuovo Trattato Start tra il Presidente Usa, Obama, e quello russo, Medvedev.
Palazzo Chigi ha parlato di un risultato che "riconosce e premia l'impegno storicamente portato avanti dal presidente del Consiglio in tutta la sua attivita' di politica internazionale, sin dal Vertice di Pratica di Mare del maggio 2002, teso a superare la contrapposizione di due arsenali nucleari potenzialmente capaci di distruggere dieci volte l'intera popolazione mondiale".
Lo stesso G8 all'Aquila e' stato un'occasione in piu' per Obama di rilanciare la sua nuova "dottrina" in tema di sicurezza nucleare, non piu' basata solo sul disarmo degli arsenali delle grandi potenze, tema tradizionale, ma anche sulla prevenzione dei rischi che l'uso e la circolazione di tecnologie e materiali nucleari in ambito civile possono portare, in tempi di terrorismo che si nutre di minacce di 'bombe sporche'.
"In fondo - fa osservare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti - il ruolo dell'Italia, con l'azione instancabile del presidente Berlusconi, e' stato un po' quello di levatrice di un processo di distensione che sta compiendo sempre nuovi passi in avanti". In effetti, i simboli sono spesso sostanza, in politica e in diplomazia, centrare l'obiettivo di celebrare il Nuclear security summit di Washington in rapidissima successione rispetto alla firma di Praga e' uno di quei fatti che puo' dare ulteriore impulso e, appunto, nuova sostanza al difficile cammino della non proliferazione nucleare.
Di certo e' un elemento del tutto sostanziale la presenza al vertice, per la prima volta, anche di India e Pakistan che non aderiscono al Trattato di non proliferazione nucleare.
Ma se l'Amministrazione Obama ha centrato un obiettivo sul quale ha lavorato e scommesso, proprio quello di un 'timing' che portasse il summit di Washington a ridosso di quello di Praga, non si puo' non fare i conti con uno scenario internazionale che in seguito ha modificato la lista di presenti ed assenti. Con effetti altrettanto importanti nelle relazioni internazionali.
[12 aprile 2010]