Per migliorare l'Università, ridotta in pezzi dopo le riforme decise dalla sinistra, il Governo Berlusconi ha elaborato un disegno di legge che in questi giorni è all'esame della Commissione istruzione del Senato. La proposta dell'esecutivo intende riorganizzare il personale accademico e il reclutamento dei docenti.
Il fallimento della riforma Prodi, oltre che dai fatti, è stato certificato anche dalla Corte dei Conti. Nel "Referto sul sistema universitario" i magistrati contabili affermano che la riforma della sinistra "ha generato un'eccessiva frammentazione delle attività formative e una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di studio che passano dai 2.444 dell'anno accademico 1999-2000 ai 3.103 dell'anno accademico 2007-2008". Contrariamente agli annunci fatti dall'allora ministro della pubblica istruzione Luigi Berlinguer i corsi di laurea si sono moltiplicati, l'abbandono del percorso di studio è rimasto sostanzialmente immutato ma il numero di ripetenti e di fuori corso ha raggiunto apici mai toccati in passato. In più, in barba all'efficienza, sono aumentate le sedi decentrate e i professori a contratto esterni ai ruoli universitari: più 67% tra il 2001 e il 2008.
Il governo Berlusconi e il ministro Gelmini in particolare hanno quindi un arduo compito: frenare la folle e suicida corsa imposta dalla sinistra all''Università italiana e invertirne la rotta. E, come sempre, il governo del fare ha già stabilito tempi e modi dei primi interventi che porteranno al risanamento.
Una nuova agenzia di valutazione del sistema universitario (Anvur) esaminerà la qualità degli atenei. In base ai risultati sarà distribuita una parte del Fondo di finanziamento ordinario alle università ed agli enti di ricerca premiando così le realtà migliori. L'esecutivo, per garantire trasparenza, autonomia e indipendenza, ha deciso che sarà il Presidente della Repubblica a individuare i membri del Consiglio direttivo dell'Anvur.
Anche il merito sarà una voce di bilancio. Infatti il ministro ha stabilito che se i conti delle Università saranno in rosso non si potrà assumere. Tagli agli sprechi da un lato e valorizzazione delle eccellenze dall'altro. Il governo Berlusconi intende sostenere le realtà migliori: più soldi andranno agli atenei capaci di soddisfare i nuovi criteri qualitativi stabiliti dal ministero e i finanziamenti già elargiti sono oltre 525 milioni di euro, il 7% del Fondo di finanziamento ordinario.
Nuove anche le regole per il reclutamento dei professori che saranno selezionati da commissari sorteggiati in un elenco creato ad hoc mentre per i ricercatori si applicheranno parametri riconosciuti in ambito internazionale.
Dopo la "cura" che il governo sta attivamente somministrando al debilitato sistema universitario l'obiettivo è raggiungere l'eccellenza. Per ottenere questo importante traguardo è indispensabile una razionalizzazione dei corsi di laurea e a tal proposito il Miur ha inviato agli atenei una nota illustrativa per razionalizzare e ridurre il numero dei corsi di laurea (Il ministero ha già ridotto del 20% i corsi e quelli di specializzazione in medicina sono passati da 1600 a 1200).
Il percorso è tracciato e passa attraverso numerosi provvedimenti:
Molta strada è già stata percorsa dal governo Berlusconi e un lungo tratto resta ancora da battere. L'inversione di tendenza, però, è netta.
[27 aprile 2010]