Il Corriere della Sera del 22 giugno ha pubblicato una lettera con cui Antonio Albano, ex Procuratore Generale Onorario presso la Corte di Cassazione, ricorda l'art. 227 del decreto legislativo del 19 febbraio 1999 n. 51 che autorizza il blocco dei processi meno rilevanti, "per gravità e concreta offensività" e condanna di fatto gli altri procedimenti all'oblio e alla prescrizione.
L'ex procuratore Albano fa notare che una legge "blocca-processi" esiste già da nove anni, nonostante il principio della obbligatorietà dell'azione penale, principio sul quale si sono concentrate molte obiezioni della sinistra contro l'intenzione del Governo di sospendere per un anno i procedimenti per i reati che prevedono una pena di oltre 10 anni di carcere.
All'epoca, nessuno obiettò a questa disposizione legislativa adottata dal governo di centrosinistra, tanto meno il Csm e quella legge non è mai stata abrogata. Risulta quindi evidente la strumentalità del polverone alzato in questi giorni.
Il dl del 1999 si compone di ben 247 articoli, alcuni dei quali sono stati modificati negli anni successivi, ma non l'articolo 227.
È vero che questo articolo non fissa il limite quantitativo della pena come discriminante, ma fissa un termine temporale, riferendosi ai "processi pendenti alla data di efficacia del presente decreto": un criterio opinabile ma utile per attuare la norma tanto quanto quello previsto dagli emendamenti introdotti nel decreto sicurezza durante l’esame al Senato.
[22 giugno 2008]