Il rallentamento della flessione delle entrate fiscali è l’ultimo segnale della ripresa economica in atto. Nel periodo da gennaio a maggio la flessione di gettito è stata pari allo 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2009 (-1,3 miliardi). Nel raffronto europeo l’Italia non ci perde: per esempio rispetto alla Germania che deve registrare, nello stesso periodo, un calo di gettito doppio del nostro (-1,8%). Nei cinque mesi l’Erario ha incassato 138 miliardi al lordo delle una tantum: in crescita di oltre il 2% tanto il gettito Irpef sulla scia del rinvio contrattuale del 2009 quanto quello dell’Iva, in parte trascinato dai prezzi dei carburanti.
Sono intanto definitivi i dati sullo scudo fiscale, che il ministero dell’Economia ha trasmesso al parlamento: sono emerse attività per complessivi 104,5 miliardi, che hanno consentito di portare nelle casse dello Stato 5,6 miliardi. Soltanto per il 2,4% delle attività si parla di semplice regolarizzazione (come nel caso dei beni immobili detenuti all’estero), mentre per il restante 97,6% si tratta di veri e propri rimpatri. Denaro sonante ora tracciabile e rientrato nel circolo produttivo, degli investimenti e dei consumi. Le operazioni, dal 15 settembre 2009 al 31 aprile 2010, sono state 206mila per un valore medio di 500mila euro. La grande maggioranza delle regolarizzazioni si è avuta nella prima fase dello scudo (aliquota 5%), ma si è avuto un rush finale non trascurabile quando l’aliquota era al 7%.
Sul podio dei paesi dai quali i capitali sono tornati in Italia c’è naturalmente la Svizzera (in tutto 71 miliardi scudati da 105 mila italiani). A seguire i classici forzieri della fiscalità in fuga: Lussemburgo, San Marino, Monaco e via dicendo. Ma anche qualche chicca con rimpatri dal Sud America o dalla Romania, ma perfino dalla Mongolia e dai territori palestinesi.
Ministero dell'Economia e delle Finanze
[14 luglio 2010