Il 9 ottobre 2009 il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il decreto legislativo di attuazione della Legge Brunetta di riforma della Pubblica Amministrazione. I suoi obiettivi:
La riforma prevede meccanismi per:
Al tempo stesso essa continua una intensa azione contro:
Commissione per la valutazione. Per monitorare la produttività è stato istituito un organo di valutazione, con il compito di:
Responsabilità dei dirigenti. Al dirigente che avrà omesso di vigilare sulla effettiva produttività del personale e sull’efficienza della struttura che dirige verrà tagliata del 30% la retribuzione.
Piano delle performance. Da presentare, da parte di ciascuna amministrazione, ogni anno, entro il 31/1. Se non viene adottato, l’amministrazione non potrà erogare la retribuzione di risultato ai dirigenti, non potrà procedere all’assunzione di personale o assegnare incarichi di consulenza o di collaborazione.
Per approfondire la riforma: www.riformabrunetta.it
Valorizzazione del merito. Stop ai premi uguali per tutti. Il personale pubblico è diviso in tre fasce:
Class Action. Cittadini e associazioni possono attivare l’azione collettiva contro le inefficienze di amministrazioni e di concessionari di servizi pubblici. Al cittadino-cliente viene fornito uno strumento aggiuntivo e specifico per ovviare alle inefficienze della pubblica amministrazione.
Sanzioni certe per assenteisti e fannulloni. Il nuovo codice disciplinare prevede anche la possibilità di licenziare i dipendenti pubblici, nei seguenti casi:
Riconoscibilità. Per garantire maggiormente il cittadino, il dipendente pubblico sarà sempre identificabile tramite un cartellino di riconoscimento.
Controlli della spesa. Il governo trasmette annualmente al Parlamento e alla Corte dei conti una relazione sull’andamento della spesa relativa all’applicazione delle prerogative sindacali dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
[30 luglio 2010]