Italia protagonista nel mondo

foto: berlusconiItalia-Egitto, accordi e cooperazione

L’incontro fra Berlusconi e Mubarak è quello fra due amici, ma anche fra due Paesi che attraverso le loro leadership hanno stretto relazioni e legami sempre più intensi. La pratica dei vertici intergovernativi Italia-Egitto è ormai arrivata al suo terzo appuntamento. Le visite e i contatti ricorrenti fra i leader e poi tra i ministri a ogni livello, hanno fatto sì che negli ultimi anni l’Italia diventasse non solo il primo Paese europeo e occidentale ad avere una simile consultazione ufficiale periodica tra i due governi, ma che sempre più sia confermata come il primo partner commerciale europeo dell’Egitto e il secondo tra i Paesi occidentali dopo gli Stati Uniti.

Con l’ultimo Vertice erano stati finanziati numerosi accordi, dal progetto di una Università Italo-Egiziana a tutta una serie di programmi di sviluppo della Costa nord-occidentale egiziana (la regione di El-Alamein). Inoltre, è stata da poco avviata, in concomitanza proprio con l’ultimo vertice, la nuova linea marittima veloce Venezia-Alessandria e più tardi (lo scorso luglio) è stato firmato un memorandum per proseguire la collaborazione nel settore ferroviario e marittimo.

Ancora una volta, i risultati concreti danno corpo all’amicizia. La politica delle pacche sulla spalla non è soltanto apparenza, è la causa e in qualche modo l’effetto di contatti continui, ostinati e di una strategia dell’amicizia che porta frutti per la nostra economia, le nostre imprese e naturalmente l’occupazione. La cooperazione bilaterale, del resto, ha condotto anche a un più stringente contrasto dell’immigrazione clandestina dall’Egitto, così come nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti.

Inoltre, l’Italia è uno dei primissimi Paesi donatori in Egitto, con 20 progetti in corso del valore di 90 milioni di euro e un programma di conversione del debito per 100 milioni di dollari (cifre che forniscono un esempio di come l’Italia contribuisca agli aiuti verso gli altri Paesi e alla cooperazione più di quanto non vogliano sostenere i critici della politica italiana contro la povertà nel mondo).

La visita all’Accademia d’Egitto delle Belle Arti a Roma, da poco ristrutturata un po’ com’è avvenuto per l’Accademia libica in occasione della visita di Gheddafi, rientra nelle iniziative per promuovere la cultura e l’arte comuni, in particolare quella egiziana e araba in Italia e creare un ulteriore momento di confronto e incontro sul piano culturale. Di fatto, quest’iniziativa trova il suo momento più alto nella realizzazione del primo museo egizio a Roma, inaugurato il 23 settembre 2010, con 205 reperti risalenti all’Egitto faraonico, greco-romano copto e cristiano.

Tutto ciò contribuisce a fare dell’Italia il primo interlocutore dell’Egitto in Europa e nel Mediterraneo, e a far risaltare il nostro ruolo nel processo di pace in Medio Oriente, in stretto raccordo con il Quartetto (Ue, Usa, Onu, Russia), che passa oggi attraverso l’invito a Israele perché proroghi la moratoria degli insediamenti in Cisgiordania il prossimo 26 settembre in cambio della persistente sicurezza di Israele e della prosecuzione positiva dei colloqui di pace. La seconda tornata negoziale si è tenuto proprio il 14-15 settembre a Sharm El Sheikh e Gerusalemme. L’Italia fa sentire la sua presenza discreta, ma continua.

 

Italia-Israele, amicizia e affari

Il succo della diplomazia è non aver nemici. E perfino in Medio Oriente l’Italia del governo Berlusconi ha solo amici. Lo conferma l’ambasciatore di Israele a Roma, Gideon Meir, intervistato oggi dal Riformista: “L’Italia è il miglior amico di Israele”.

Inoltre, l’economia italiana è fondata sulle piccole e medie imprese, che in un momento di recessione hanno liberamente e legalmente deciso di investire in un paese come l’Iran, privo delle garanzie assicurative della Sace (governativa) ormai da anni. Infine, l’aumento dipende anche dalla ripresa dopo il periodo più buio della crisi economica.

Adesso è l’ambasciatore Meir a spiegare esattamente come stanno le cose e a certificare l’amicizia di Berlusconi e dell’Italia. “Se parliamo solo di numeri quando guardiamo ai rapporti tra Italia e Iran commettiamo – dice - un errore. Dobbiamo guardare una fotografia intera e non solo un frammento. Tra Italia e Israele c’è un ottimo rapporto. Le buone relazioni che ha l’Italia con il mondo arabo non contraddicono questa cosa. Tutto va a beneficio dell’Italia che può giocare un ruolo importante”.

 “Con questo governo – insiste Meir – per la prima volta c’è stato un G2 (ossia un vertice intergovernativo bilaterale) a febbraio, in cui sono stati siglati 9 protocolli, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’industria e delle tecnologie”. L’ambasciatore ricorda poi che l’Italia alle Nazioni Unite e nel campo dei diritti umani si è sempre schierata ufficialmente con Israele e che da presidente dell’Unione Europea, nel 2003, ha preteso e ottenuto l’inserimento di Hamas nella lista europea dei terroristi.

È stato proprio il Presidente Berlusconi a imprimere una svolta fin dal suo primo governo, al tempo stesso mantenendo ottimi rapporti con tutti i Paesi arabi. Anzi, intensificandoli come dimostra anche la visita di oggi di Mubarak, il presidente egiziano. 

23 settembre 2010