Cinque punti per il governo del fare

foto: berlusconiMercoledì, il presidente del Consiglio Berlusconi indicherà alla Camera la strada che il governo intende percorrere da ora fino alla fine della legislatura. Sono i cinque punti del programma.
 

  1. Il fisco. Qui si tratta dei rapporti diretti tra lo Stato e i cittadini, un rapporto che è da rimettere sui binari della fiducia. Lo scopo è di costruire un sistema dove sia chiaro che lo Stato non è un nemico esoso ma è un buon padre di famiglia. Occorre garantire l’equità. E ci sono tre vie per garantirla: il quoziente famigliare, così che il soggetto interlocutore del fisco sia la famiglia, perché è così che dice la vita reale; la lotta all’evasione fiscale, perché essa genera ingiustizia e pesa su tutta la nazione; far sì che ai denari versati tramite le imposte allo Stato corrisponda efficienza nei servizi e siano chiuse le falle delle risorse buttate via.
  2. Il federalismo fiscale. Lo Stato deve avere il volto di chi è vicino a te, di gente che puoi controllare. Lo Stato federale ti chiede una percentuale del tuo reddito, ma non è più un’Entità siderale e soltanto centrale, ma è vicino, sta in municipio, nel palazzo della provincia e della regione. Chiede ma rende conto. È il responsabile dell’uso dei soldi prelevati dai bilanci dei cittadini. E se li spende male, paga. Inoltre grazie al federalismo fiscale potrà stabilirsi una concorrenza virtuosa tra Regioni, e non converrà più ai governatori di aumentare le spese per creare clientele alimentando la macchina degli sprechi: non potranno essere rieletti. Insomma: efficienza e responsabilità.
  3. La giustizia. La farraginosità della macchina giudiziaria e la sua sostanziale inaffidabilità chiedono rimedi e riforme urgenti. La pachidermica lentezza della giustizia civile tiene lontani gli investimenti esteri, rende insicuri i crediti, e l’ingolfamento garantisce chi ha torto e diventa motivo di litigiosità permanente. In campo penale stessi problemi, con l’aggravante di come la lunghezza stessa del processo sia una forma di pena scontata anche dagli innocenti. Quanto alla politicizzazione di una parte seppur minima della magistratura, al dominio in essa di una minoranza ideologica e vociante, si deve mettere mano a una riforma del Csm.
  4. Il Mezzogiorno. Si tratta di sostenere al Sud, con provvedimenti concreti e organici, la speranza delle giovani generazioni, rafforzando il protagonismo di chi non si rassegna che a se stesso e alla propria terra sia assegnato un ruolo subalterno. Investimenti nelle grandi e piccole infrastrutture, fiscalità premiali, incentivi ad una imprenditorialità creativa: ecco alcuni capitoli di uno sviluppo necessario.
  5. Sicurezza e immigrazione. Le leggi sono state fatte, e sono eccellenti. Determinante nella lotta alle varie criminalità organizzate è quella che permette non solo il sequestro ma la rapida confisca dei beni mafiosi e il loro uso sociale, con la re immissione di importanti risorse nel circuito di un’economia sana. Le operazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno ripulito vaste aree dal personale del crimine: Le cifre sono stupefacenti, e mostrano come questo governo punti alla legalità nei fatti e non con la propaganda: in due anni 6.483 arresti, in manette 26 superlatitanti.

[27 settembre 2010]