Terremoto in Abruzzo: ecco i numeri verità

foto: berlusconi, chiodi, bertolasoTerremoto, ecco i numeri-verità

Sulla ricostruzione post terremoto in Abruzzo è tempo di fare chiarezza. L’opposizione accusa il governo di avere abbandonato i terremotati al loro destino e di non fare niente da mesi per ricostruire L’Aquila, soprattutto nell’area del centro storico. E buona parte dei “media” cavalca queste accuse, puntando i fari sulle macerie e soltanto su quelle. Così quanto di buono è stato fatto dal governo, sembra già dimenticato. Le case nuove, antisismiche e già arredate, costruite in soli cinque mesi per i 15 mila abruzzesi che avevano perso l’abitazione? Dimenticate. I moduli abitativi leggeri realizzati a centinaia nei Paesi più piccoli del cratere? Dimenticati. Le scuole ricostruite ex novo? Dimenticate anche quelle.

E’ vero che la gratitudine non ha mai avuto diritto di cittadinanza in politica. Ma c’è un limite a tutto. Per questo è bene ricordare qualche dato sulla reale entità della ricostruzione, che va avanti rispettando la tabella di marcia, e non ha proprio nulla da invidiare ai tempi biblici con i quali i governi di sinistra hanno ricostruito le zone terremotate dell’Umbria e delle Marche, due regioni rosse.

Cantieri aperti

Sono 12.000 e nelle casse del commissario straordinario alla ricostruzione, Gianni Chiodi, presidente della Regione, sono disponibili 714 milioni di euro liquidi per contributi diretti ai terremotati senza casa o con case lesionate. A questi fondi si deve aggiungere un altro miliardo e mezzo disponibile nel sistema bancario.

Edifici di proprietà pubblica

Premesso che per i centri storici la legge attribuisce le competenze ai sindaci dei Comuni, che devono fare i piani di ricostruzione, va precisato che sono state fissate delle priorità. Sono stati così già ultimati 80 cantieri relativi a immobili strategici e alle scuole. Ad oggi sono stati appaltati 9 interventi su edifici pubblici, mentre 18 sono da appaltare entro il 31 dicembre, tra cui la cittadella giudiziaria, che da sola 'vale' 30 milioni. È stato ultimato il piano per le scuole del cratere con 30 milioni, mentre altri 30 sono disponibili per quelle fuori cratere non in regola con le norme antisismiche.

Danni alle imprese

Ad oggi, sono stati pagati 30 milioni di euro per i danni subiti dalle aziende (il 40% delle richieste di quelle aquilane), per le quali sono disponibili altri 35 milioni. Riguardo alla zona franca urbana, i soldi a disposizione sono saliti a 90 milioni, già deliberati dal Cipe.

Rimborsi ai Comuni

Per le attività sostenute durante l'emergenza, ai Comuni colpiti dal sisma è stato pagato il 60% di quanto da loro rendicontato entro il 31 maggio. Non solo. Sono stati sbloccati anche i soldi dell'emergenza: 80 milioni di euro (che si aggiungono a 60 già disponibili) con i quali si potranno pagare tutte le spese sostenute per gli alberghi e l'autonoma sistemazione.

Senza tetto: quanti sono. L’ultima bugia della sinistra riguarda i terremotati rimasti senza casa e tuttora senza tetto, che a suo dire sarebbero 50 mila. Un falso. Infatti le persone che si trovano ancora negli alberghi e nelle caserme sono in tutto 3.179; la maggior parte sono titolari di case classificate B o C, che sono dunque in riparazione, mentre solo 600 sono i senza tetto veri e propri in quanto proprietari di abitazioni E, quindi totalmente inagibili. Tutti gli altri sono titolari di un contributo di autonoma sistemazione e quindi impropriamente vengono considerati come se fossero senza casa.

Conclusione

La ricostruzione non solo è iniziata ma sta rispettando la tabella di marcia (per quella integrale del centro storico, data la complessità, ci vorranno almeno dieci anni) e – grazie al governo del fare - ci sono tutte le premesse per portare a termine, e bene, un lavoro molto difficile, causato da una delle tante emergenze cadute sul governo negli ultimi due anni.

[02 novembre 2010]