Scuola, infrastrutture, sicurezza; ma anche, banche, fisco e ambiente. Il Piano per il Sud presentato dal governo alle parti sociali suona tutti i tasti dello sviluppo e integra (e completa) il disegno tratteggiato con il federalismo fiscale. Il quadro che emerge dal Piano è quello di un’attenzione particolare del governo verso una nuova politica meridionalistica: non assistenziale, ma concentrata sulla crescita spontanea del territorio. Con poche regole, ma efficaci, per un nuovo “risorgimento economico” della Nazione.
Innanzitutto, concentrerà su grandi progetti le opere destinate a colmare il gap di infrastrutture con il resto del Paese. Ma le opere interessate non saranno solo strade, autostrade e ferrovie. Il Piano prevede interventi di valorizzazione e recupero del patrimonio artistico e culturale, in più, attenzione particolare viene dedicata alle cosiddette infrastrutture immateriali. Non ponti, ma investimenti in conoscenza. Solo per la Ricerca i fondi che il Piano destina al Sud ammontano a 12,5 miliardi di euro. Da utilizzare entro il 2013. Previsto anche un piano straordinario per l’edilizia scolastica.
Capitolo importante sarà poi quello destinato alla sicurezza, intesa, questa volta, non solo come lotta alla mafia, ma anche come potenziamento della “filiera della legalità”. Principio che interessa amministrazioni diverse: Interno, Giustizia ma anche Economia e Sviluppo economico. Un caso su tutti: il Piano contiene un progetto straordinario contro il lavoro sommerso.
Parallelamente, vengono favorite le aziende oneste. Previsto un Piano di incentivi che favorisca la crescita dimensionale delle imprese, attraverso strumenti come il credito d’imposta e la fiscalità di vantaggio: principio reso possibile dal federalismo fiscale. Al fianco di queste imprese scenderà in campo la Banca del Mezzogiorno, un istituto di credito che utilizzando le strutture del credito cooperativo e la ramificazione permessa dagli sportelli delle Poste sarà sul territorio al lato delle aziende e dei cittadini.
Un progetto ambizioso, quello del Piano per il Sud, che conta di utilizzare le risorse non ancora attivate dei diversi Programmi della Politica di coesione, e che verranno concentrate in pochi e chiari progetti (quelli tratteggiati dal Piano) da una riunione del Cipe, convocata per domani mattina.
[25 novembre 2011]