"Sono un muro vivente contro lo stato rapace"

foto: berlusconi"Patrimoniale ma

i. Sono un muro vivente contro lo stato rapace" Bisogna fare il contrario di quanto propongono Amato e Capaldo:liberalizzare, privatizzare, riformare.

Allarmismi e trame di potere Roma. Presidente, parliamo un po` di politica, o almeno proviamoci. Il 22 dicembre Giuliano Amato, che non è l`ultimo venuto, propone sul Corriere al Pd e al Terzo polo di lanciare una patrimoniale per ridurre di un terzo il debito pubblico. "Sarebbe responsabilità delle nostre generazioni, che quel debito l'hanno creato, non lasciarlo in eredità ai giovani", dice l`ex presidente del Consiglio.

"Il debito - replica Berlusconi - non è il prodotto perverso di una o più generazioni di italiani, è il frutto di una cultura politica ostile al mercato, centralista e statalista, contro la quale mi batto nella vita pubblica dal 1994. Una imposta patrimoniale, con il livello abnorme di pres rione fiscale che si registra in Europa e in Italia, con i formidabili ostacoli che si frappongono alla crescita, sarebbe la via più breve per deprimere gli investimenti, met- tere in fuga i capitali, impedire le riforme, riaccendere la corsa alla spesa pubblica improduttiva e alla creazione di nuovo debito. Bisogna fare esattamente il contrario: liberalizzare, privatizzare, riformare e incentivare la crescita dell`occupazione qualificata, della spesa per infrastrutture, dell`istruzione e della ricerca, insomma delle occasioni di sviluppo che generano il futuro di un grande paese, e farlo attraverso meccanismi che limitino l`invadenza insopportabile dello stato fiscale. Se il Partito democratico e il Terzo polo si lasciassero lusingare da questa cultura old fashion, con tutto il rispetto per il modo pacato e argomentato usato da Amato nel formulare la sua proposta, si impiccherebbero all'eterno ritorno dell'identico, metterebbero in luce vecchiume e paralisi intellettuale e strategica".

La crescita è dietro l`angolo.

L'accademico ed ex banchiere della sinistra Dc, Pellegrino Capaldo, sempre sul Corriere, ha proposto l'altro ieri, 26 gennaio, una strada un po` diversa ma convergente cori quella di Amato, e anche questa proposta è rivolta a una forza politica, leggi Terzo polo, che dovrebbe "aggregarsi per dare una svolta al paese". Per Capaldo bisogna mettere una ipoteca sulle case degli italiani e sull`intero patrimonio privato, ed esigere un'imposta sulla rivalutazione degli immobili che colpisca la "rendita urbana" e privatizzi la metà del debito pubblico, scaricandolo sul patrimonio privato e sociale di cittadini, famiglie, enti, banche, assicurazioni. Per gradire, si tratta di sottrarre al privato e trasferire allo stato la bella cifra di 900 miliardi di curo.

"Con tutta la considerazione per il professor Capaldo, questa mi sembra una patrimoniale che ha l'aggravante di colpire, in perfetta ingiustizia, un bene sociale e patrimoniale che ho inteso difendere, con la cancellazione dell'Ici sulla prima casa, e che va tutelato dalla rapacità dello stato. Io capisco che le vecchie e rispettabili culture socialista e democristiana di sinistra tentino di produrre uri progetto per le opposizioni di sinistra e per quella araba fenice che è il Terzo polo, visto che in quell`area politica le idee sul futuro scarseggiano a vantaggio dei pettegolezzi e delle campagne scandalistiche più becere, ma su questa strada troveranno in me, nella mia coalizione, nel mio governo, nei miei elettori un muro indistruttibile: se la mia parabola politica ha un senso, questo senso è nell'estendere e tutelare la libertà dei cittadino, conferendo alla società e alle famiglie quel peso, quella centralità, quella autonomia e quella libertà economica e civile che la vecchia Italia non è stata capace di dar loro".

Dicono, presidente, che una idea bisogna farsela, perché a marzo con i nuovi vincoli europei ci chiederanno nuovi sacrifici.

"Questa campagna allarmistica è funzionale a un disegno di potere complesso, fatto di rumors molto meno degni di queste inaccettabili proposte, e di uno spirito d`assedio che vuole far male al mio governo e invèce danneggia soltanto l`Italia e gli Italiani.Siamo perfettamente in grado di fronteggiare in sicurezza gli aspetti anche più scabrosi della crisi finanziaria internazionale. La crescita è dietro l'angolo. Un paese più attento, meno fazioso, capace di concentrarsi sulla buona amministrazione, sulla tutela della finanza pubblica, sulle riforme e sulle liberalizzazioni, a partire da quelle realizzabili con una riforma della Costituzione, potrebbe raddoppiare la sua capacità di sviluppo. E` facendo questo che si costruisce il futuro dei giovani, non replicando i guasti statalisti e assistenziali del vecchio modo di fare politica politicante".

[28 gennaio 2011]