Qualcosa fatto non di retorica e carta velina, ma di mattoni per il piano casa. Rilancio per mettere le ali al paese liberandolo da lacci e lacciuoli che lo imbrigliavano finora a procedure di controlli asfissianti. Rilancio come aiuto sui mutui per le famiglie, occupazione di precari nella scuola, sostegno alle assunzioni nel Mezzogiorno. Rilancio del turismo, con i buoni vacanze per chi non può permettersele, tutela del turista coi risarcimenti; delle opere pubbliche.
Rilancio anche e soprattutto della fiducia dello Stato nei cittadini, che è la pietra angolare su cui i mattoni e tutto il resto possono venir su come qualcosa di duraturo. Per la prima volta a memoria di storia della Repubblica, gli imprenditori e le aziende, su cui si fonda il benessere del Paese, non sono guardati con sospetto, come criminali da scovare con le mani nel sacco mentre rubano e inquinano o schiavizzano, ma come fattori di progresso autentico. E dunque:
Insomma: il rilancio vuol dire poter lavorare, lasciar spazio alle energie della nostra gente. Il rilancio del Paese passa per la fiducia reciproca tra Stato e cittadini. Uno Stato che il Governo Berlusconi sta trasformando da pietra sullo stomaco delle famiglie e delle imprese ad amico di famiglia e socio (di minoranza) della ditta Italia. Uno Stato che non si presenta più in veste di giannizzero ma di alleato per il benessere; capace di fornire servizi e di impalpabile ma assolutamente decisivo alleato per far respirare l’Italia a pieni polmoni.
Anche l’ingresso di nuovi sottosegretari segna la consapevolezza chiara di un governo che durerà, che è stabile, che sa di avere un programma da realizzare ancora ampio. Anche questa iniezione di forze fresche serve a incrementare le energie di una squadra che lavora bene perché produca di più.
[06 maggio 2011]