Il nuovo direttore del Fondo monetario internazionale, la francese Christine Lagarde, ha detto che l’Italia “ha fatto molto per prevenire il contagio della crisi greca, e ha gli strumenti per evitarla”. Le parole sono chiare, cartesiane: il Fmi promuove la manovra appena approvata dal Parlamento italiano e allo stesso tempo sollecita i paesi dell’eurozona ad applicare rapidamente le misure approvate al Consiglio straordinario di Bruxelles e gli Stati Uniti a risolvere subito lo stallo politico causato dalla contrapposizione tra il presidente Obama e la maggioranza repubblicana alla Camera.
Al termine del suo intervento presso il prestigioso Council on Foreign Relations, Lagarde ha confermato che l’Italia “con la manovra ha fatto molto, molto, per evitare di essere trascinata nella crisi”. C’è da aggiungere che se il Governo ha potuto predisporre la manovra per arrivare al pareggio di bilancio entro il 2014, e il Parlamento l’ha approvata rapidamente, anche grazie alle sollecitazioni del Capo dello Stato, ciò è avvenuto dopo che per tre anni, grazie anche alle decisioni prese subito nell’autunno 2008 con la garanzia stesa sui risparmi, il sistema bancario italiano è rimasto solido e indenne dalla crisi che ha investito altri istituti.
Questo nella sostanza, anche se sulle Borse l’altalena della speculazione non ha risparmiato nessuno. Ma ciò che conta sono i fondamentali per cui la capacità del sistema bancario italiano di fornire credito all’economia produttiva resta intatta. E occorre che l’Europa, nella quale l’Italia è inserita profondamente, lasci da parte gli antagonismi nazionali e avvii un programma di sviluppo di ampio respiro sul medio e lungo periodo.
Non basta infatti che le imprese italiane, singolarmente prese, continuino a battersi bene sul mercato mondiale e non bastano eventuali aiuti di Stato. È l’intera Europa che deve farsi carico dello sviluppo del continente.