Censimento campi nomadi: tutelare i bambini

Prenderete le impronte ai neonati?

Le linee guida del Viminale chiariscono che ai maggiori di 14 anni saranno prese le impronte digitali solo come extrema ratio per assicurarne l'identità; a chi ha una età compresa tra i 6 e i 14 anni "potranno essere acquisite solo ai fini del rilascio del permesso di soggiorno o nei casi necessari" in accordo con il competente Tribunale di Minori. Opzione estesa ai minori dei sei anni ma solo se "versano in stato di abbandono o si sospetta possano essere stati vittime di reato".

Famiglia Cristiana ha bollato il provvedimento come razzista

nomadeLe polemiche sono infondate, strumentali e non tengono conto dei contenuti dell'ordinanza di protezione civile firmata dal Presidente del Consiglio il 30 maggio. Non vi è alcuna violazione delle norme europee, delle carte dei diritti dei minori, non vi è alcuna violazione di alcuna norma: vi è la necessità di procedere all'identificazione di chi vive negli oltre 700 campi nomadi abusivi esistenti in Italia, al fine di garantire un'identità, cioè un diritto fondamentale, soprattutto ai minori.

Nessuna schedatura su base etnica, quindi, ma un censimento che consenta l'identificazione di quanti vivono in questi campi, minori compresi. L’ordinanza prevede: il monitoraggio dei campi, l'identificazione, il censimento delle persone che vi abitano, la realizzazione dei primi interventi per garantire i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie.

L’ordinanza contrasta l’art. 3 della Costituzione che prevede pari dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge.

Esiste un’emergenza nomadi che il governo sta affrontando nella salvaguardia di tutte le norme di diritto italiano, europeo e internazionale, senza alcuna preclusione etnica. Era il “Patto per Milano sicura” firmato dal viceministro dell’interno Minniti per conto del governo Prodi che parlava di emergenza rom. L’ordinanza Maroni parla invece di “emergenza campi nomadi”.

L'iniziativa del Governo vuole, da una parte, garantire sicurezza ai cittadini italiani, e, dall'altra, porre fine all'indecenza dei campi nomadi abusivi, soprattutto a favore dei minori che vivono in questi campi. La vera discriminazione è quella delle condizioni disumane in cui essi vivono in quei campi. Questo è contrario alla Costituzione e questo è ciò che il governo Berlusconi vuole cambiare.

Molti nomadi sono di cittadinanza italiana. Prenderete le impronte anche a loro?

No. Per loro bastano già i documenti che hanno, perché consentono una identificazione certa. Il censimento viene fatto attraverso il controllo dei documenti esistenti, fotografie ed eventualmente anche attraverso le impronte digitali.

Perché il censimento si fa solo a Milano, Roma e Napoli?

Proprio perché non è fatto su base etnica ma solo dove c’è una emergenza nomadi. Se darà buoni risultati sarà esteso ad altre dieci province, dove vi sono analoghi problemi.

Prendendo le impronte digitali si criminalizzano i minori

Dare una identità certa ai minori è il primo modo per poterli tutelare. L'obiettivo prioritario è liberare i bambini nomadi dalla schiavitù. Oggi loro non sono vittime dello Stato ma dei loro parenti e vanno liberati dagli adulti che li costringono a delinquere: per farlo il primo passo è quello di riuscire a identificarli con certezza.

Le bande che sfruttano i bambini costringendoli a rubare negli appartamenti, utilizzano a proprio vantaggio l'impossibilità di identificare i minori. Come possiamo evitare le forme di schiavitù e sfruttamento se non conosciamo con certezza nemmeno la loro identità? Noi vogliamo tutelare i bambini, evitare che vengano sfruttati e far sì che vengano realmente rispettati i loro diritti.

I bambini vanno mandati a scuola, non schedati

L’articolo 1, comma 2, lettera “i” dell’ordinanza prevede iniziative per favorire la scolarizzazione di chi vive nei campi. Sono previsti interventi finalizzati a favorire l'inserimento e l'integrazione sociale delle persone, con misure di sostegno e progetti integrati per i minori, e il monitoraggio delle iniziative poste in essere nei campi autorizzati per favorire la scolarizzazione, l'avviamento professionale e il coinvolgimento nell'attività di realizzazione o di recupero delle abitazioni.

Il governo vuole mandare a scuola tutti i bambini che vivono nei campi, ma per farlo occorre prima sapere chi sono. Ministro dell’interno e Ministro dell'istruzione (con la collaborazione dell’UNICEF) stanno studiando il programma di scolarizzazione. Non è possibile fare prima il programma di scolarizzazione e poi il censimento per il semplice motivo che adesso le scuole sono chiuse. In luglio e agosto si procederà al censimento e all'identificazione, dopodiché seguirà un efficace programma di scolarizzazione dei minori.

[25 giugno 2007]