Sostegno alle famiglie

Un quadro preoccupante

L’inflazione continua a correre ed erode il potere d’acquisto delle famiglie. La spesa quotidiana diventa un’impresa ardua perché vistosi rincari riguardano proprio i generi di prima necessità. Le cifre si commentano da sole.calcolatrice Il tasso medio d’inflazione annua è salito ormai al 3,8 per cento, non era così alto dal 1996. La pasta è aumentata rispetto allo scorso anno del 22,4%, il pane del 13%, 11,1% il latte, 7,6%, la carne bovina del 5%, il pollame del 5,1%. Ma non è solo il cibo a determinare il carovita: il prezzo dell’energia è salito del 14,8%, il gasolio del 31,2%, la benzina del 12,6%. Tutto è più caro, dai trasporti al conto del ristorante, dallo stabilimento balneare al camping.

Il problema non è soltanto italiano, nella zona euro l’inflazione è calcolata al 4%, tutto il mondo globalizzato è preoccupato.

In Italia la rincorsa dei prezzi è avvertita con particolare disagio dalle famiglie già impoverite dalle dissennate decisioni economiche e fiscali del governo delle sinistre, incapace, peraltro, di sviluppare serie politiche energetiche ed agricole. Durante il governo Prodi il ceto operaio e il ceto medio basso hanno sperimentato difficoltà e privazioni crescenti. Adesso arrivano i rincari del prezzo del petrolio, dei cereali, di tutte le materie prime. Le associazioni dei consumatori calcolano che una famiglia media italiana sosterrà annualmente maggiori costi per oltre 1.000 euro.

Primi aiuti

Per colpa del governo delle sinistre, dunque, l’area del bisogno e della povertà vera e propria si è allargata.

Il governo Berlusconi, mantenendo gli impegni assunti in campagna elettorale, si è posto il problema di sostenere la capacità di acquisto delle famiglie in difficoltà e, con una tempestività sconosciuta nel nostro sistema, ha dato le prime, valide risposte.

Abolizione Ici prima Casa

A partire dal 2008 non abitazionisi paga più l'Ici sulla prima casa, ad eccezione delle case di lusso, (categorie catastali A1, A8 e A9). Il costo della misura è stato stimato dal abitazionigoverno in 1 miliardo e 700 milioni di euro cui si aggiungono gli sgravi che erano stati decisi dal governo Prodi per un ammontare complessivo di 2 miliardi e 600 milioni di euro. La perdita di gettito sarà rimborsata ai Comuni con un acconto del 50% entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione.

Blocco addizionali

Viene sospesa la possibilità per Regioni ed enti locali di deliberare aumenti delle aliquote di tributi. Questo blocco non varrà per le Regioni con deficit sanitari e per chi ha sforato il Patto di stabilità per le quali scatteranno le maggiorazioni automatiche previste dalla Finanziaria 2007.

Ma il governo non si è limitato a questo

Proprio ieri è scattata la detassazione degli straordinari e dei premi legati a produttività e merito per dipendenti del settore privato che non superano il reddito di 30.000 euro lordi all’anno.

La retribuzione per premi e straordinari non sarà sottoposta alle aliquote progressive (e pesanti) dell’Irpef, ma a un’imposta secca del 10 per cento, molto più leggera. Risultato: si calcola che per ogni lavoratore questo trattamento fiscale particolare comporterà, in sei mesi, un vantaggio di 725 euro. Combinando questo vantaggio con l’abolizione dell’Ici, tantissime famiglie risparmieranno in un anno 1.400 euro.

Social card

Ma ci sono tantissimi anziani in difficoltà e pensionati al minimo che non trarranno alcun beneficio dall’alleggerimento fiscale sulla casa e sugli straordinari.

Per questi cittadini economicamente deboli viene istituita la “social card”, una carta prepagata e ricaricabile (400 euro l’anno) che consentirà di fare la spesa presso strutture commerciali convenzionate e di pagare le bollette energetiche. La carta comporterà anche degli sconti.

Sono un milione e 200 mila gli italiani che avranno questo aiuto; per salvaguardare la loro dignità, la carta sarà anonima, ma avrà un codice segreto come le tessere per il Bancomat.

Mutui

I timori per la crescita dell’inflazione indurranno probabilmente domani i vertici della Banca centrale europea ad aumentare il costo del denaro di un quarto di punto. Questa decisione peserà sul sistema produttivo, ma anche sulle famiglie: chi ha sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile vedrà aumentare la rata. Il problema è noto da tempo e si sa che tantissime famiglie sono state economicamente strangolate perché le rate del mutuo, negli ultimi due anni, sono cresciute in maniera rilevante.

Un sicuro beneficio verrà a queste famiglie dall’intesa raggiunta dal governo con l’Associazione bancaria italiana. In base a questo accordo, i cittadini che avevano contrattato un mutuo a tasso variabile potranno tornare alla rata media del 2006, senza alcun costo aggiuntivo.

Potranno restituire il finanziamento ottenuto in un tempo più lungo di quello precedentemente concordato.

 

Al centro dell’attenzione del governo ci sono le famiglie, nella consapevolezza che il rilancio del sistema Italia – rilancio di cui si stanno rapidamente gettando le basi – passa anche attraverso la difesa del potere d’acquisto dei cittadini più esposti all’attacco dell’inflazione.

[2 luglio 2008]