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Guai a toccare gli stipendi dei giudici

La giustizia italiana è la più lenta d'Europa e forse del mondo, migliaia di processi sono avviati verso una strisciante amnistia burocratica, le galere sono dotate di porte girevoli dalle quali boss e assassini escono più rapidamente di quanto entrino, i magistrati italiani sono tra i meno "produttivi", le udienze hanno il ritmo del contagocce. Ma nel Paese dove i salari dei comuni mortali sono in coda alla media europea, guai a toccare gli stipendi dei giudici.

Pur divise in molteplici correnti, le "toghe" trovano magicamente la loro unità in nome della pagnotta. Così la sospensione dei processi, le disposizioni sulle intercettazioni e il taglio delle risorse al settore giustizia sono motivo di "agitazione a oltranza". Ma l'articolo 69 del decreto legge 112, il cosiddetto decreto manovra, che frena la progressione degli stipendi (non solo dei magistrati) merita ben altro: blocco delle udienze e sciopero delle "supplenze" se non verrà cancellato.

Il parlamentino delle toghe ha così deciso la convocazione permanente del comitato direttivo "per seguire gli sviluppi degli interventi sul sistema retributivo", un provvedimento che "svilisce la funzione giudiziaria e penalizza i più giovani".

Peccato che le statistiche ufficiali, le stesse che assegnano la maglia nera al funzionamento della giustizia italiana, proiettino il trattamento economico dei magistrati nostrani ai primi posti della classifica europea. I meno produttivi, i più dediti allo sport vacanziero di ferie (48 giorni, più le festività) e "ponti", sono tra i più pagati del vecchio continente.

Gli uditori (quei "giovani" dei quali tanto si preoccupa l'Anm) hanno uno stipendio di 2.700 euro al mese, gli omologhi austriaci 1800 euro e quelli tedeschi 2400 euro. Un magistrato di Cassazione guadagna 13mila euro, contro i 10mila del presidente della Corte Suprema spagnola. Un magistrato di Corte d'Appello ha uno stipendio lordo di 7mila euro, più o meno quanto il presidente della Corte federale della Germania. Se poi andiamo nelle alte sfere (Corte costituzionale), troviamo cifre attorno a mezzo milione di euro l'anno.

Troppi soldi? Non è questo il problema, è un bene che i magistrati siano ben pagati. Purché, come negli altri Paesi, gli stipendi abbiano un minimo di correlazione con i risultati. Come nella Spagna zapateriana, dove una quota dello stipendio è legata al raggiungimento di obiettivi di produttività fissati con cadenza annuale. Un meccanismo che, alla luce delle cifre sullo sfascio della giustizia italiana, ridurrebbe drasticamente gli stipendi di quei magistrati che lavorano poco o male, premiando quei tanti che svolgono con professionalità e impegno il loro lavoro.

Ma la categoria ha deciso di difendere tutti, facendosi in questo modo corporazione. Un "taglio" annuale che oscilla tra i 1200 e i 2200 euro (100/150 euro lordi al mese) potrebbe così portare al blocco delle udienze e alla totale paralisi della giustizia. Con i salari che girano in Italia, possibile che non vi sia una sola toga magari rossa, ma di vergogna? Scrive uno studente su Internet: "Poveretti, con gli stipendi da fame che si ritrovano, già adesso, per fare i processi, non arrivano alla fine del periodo di custodia cautelare…".

 

 
 
 

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