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Federalismo Fiscale

foto: parlamentoCHI SBAGLIA PAGA

Per gli enti che non rispettano gli obiettivi di finanza pubblica sono previste sanzioni che vanno dal divieto di procedere a nuove assunzioni a quello di effettuare spese per attività discrezionali. Per i Presidenti di regioni e province, sindaci e manager della salute che si renderanno protagonisti del cattivo governo della spesa è previsto il “fallimento politico”: non candidabilità, ineleggibilità e non nominabilità.

Il federalismo fiscale garantisce servizi uguali in tutto il Paese e dunque elimina le differenze tra Nord e Sud, chiamando gli amministratori locali ad assumersi le proprie responsabilità. La riforma dà autonomia di entrata e di spesa agli enti locali: in questo modo i cittadini possono controllare da vicino come vengono spesi i soldi pubblici. Per eliminare sprechi e migliorare l’uso di denaro pubblico, si passa dal  trasferimento di risorse in base al criterio della spesa “storica” a quello fondato sui costi standard necessari per garantire i servizi  fondamentali. Tutto questo senza alcun aumento di tasse.

L’ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO

I decreti attuativi già approvati:

  • Roma capitale;
  • Fabbisogni standard di Comuni e Province;
  • Federalismo demaniale: saranno ceduti ai Comuni a titolo gratuito immobili, terreni e piccoli aeroporti; miniere, spiagge, laghi e fiumi passano a Regioni e Province;
  • Federalismo municipale: riorganizzazione tasse comunali, cedolare sugli affitti, nuova fiscalità per gli immobili;
  • Federalismo regionale: riorganizzazione fisco regionale e provinciale, costi standard sanità, IVA territoriale, detrazioni per le famiglie,
    RC auto, parte del bollo e dell'Irpef alle province.

CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI

È la grande novità fiscale del 2011 e interessa tutti i proprietari immobiliari che affittano una abitazione e porta notevoli risparmi sia per i locatori sia per gli inquilini: se il proprietario sceglie la cedolare, non si applica più l’imposta di registro annuale che era per metà a carico dell’affittuario e nemmeno gli aumenti Istat per tutta la durata del contratto. Per chi sceglie questa opzione la cedolare del 19 o 21% sugli affitti si applica per l’intero 2011 sia per i contratti già in corso sia per quelli di nuova stipulazione. Nessun effetto invece sugli affitti del 2010 che vanno indicati nel 730 od Unico. La cedolare secca favorirà l’emersione degli affitti finora non dichiarati: nascondere al Fisco un affitto di 1.000 euro potrà costare più di 105 mila euro di sanzione. La cedolare secca ha sostituito e quindi soppresso queste tasse:

  • l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le addizionali relative al reddito fondiario;
  • l’imposta di registro;
  • l’imposta di bollo;
  • l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ove dovuta, sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione.

Da luglio 2011 chi non sceglie la cedolare secca sugli affitti può registrare il contratto d’affitto on line con il nuovo sistema Iris. www.agenziaentrate.gov.it

[01 settembre 2011]

 
 
 

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