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A scuola i bimbi rom!

La decisione del governo di prendere le impronte digitali ai bambini rom rappresenta una "volontà positiva" del governo per "garantire" che anche loro "possano andare a scuola" come i bambini italiani. foto BerlusconiLo ha assicurato il premier Silvio Berlusconi in conferenza stampa con Jose Manuel Barroso, presidente della commissione Ue, a Palazzo Chigi.

"Occorre fare chiarezza - ha rilevato il premier - dare una immagine chiara delle norme approvate: il fatto di assumere le impronte nei campi rom deriva dalla necessità di vedere chi sono i rom che stanno in questi campi. Vogliamo esprimere la ferma volontà del governo di garantire che i bambini rom possano andare a scuola per ricevere la stessa educazione degli italiani. C'è solo una volontà positiva, quella di renderli più integrati con gli europei concedendo loro lo stesso diritto".

"Vorrei spendere una parola in difesa del mio paese indicato a volte in modo negativo a proposito degli immigrati - ha proseguito Berlusconi. L'Italia è un paese da cui per decenni sono partiti emigrati e se c'è un paese che è aperto e che guarda a coloro che attraversano il mare magari pagando e rischiando la morte, se c'è un Paese che guarda con rispetto a chi prende questa decisione difficile è l'Italia".

"Vogliamo - ha aggiunto il premier - consentire l'integrazione agli stranieri che lavorano e respingere coloro che vengono qui non per lavorare ma per delinquere. Di questi ultimi vogliamo ridurre al massimo la presenza. Ma ci caratterizza uno spirito di accoglienza che viene dalla nostra storia e dai nostri convincimenti cristiani e cattolici".

"Abbiamo garantito al presidente della commissione Ue che stiamo lavorando per una soluzione che renda Alitalia una compagnia competitiva e resti la nostra compagnia di bandiera, che non faccia perdite ma utili. Lavoriamo in questa direzione", ha spiegato Berlusconi.

 
 
 

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