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Per una giustizia più giusta

Ancora una volta, in questo avvio di legislatura alcuni magistrati politicizzati hanno cercato di screditare la persona del Premier e di sovvertire il risultato delle elezioni attraversofoto: Silvio Berlusconi un’azione “mediatico-giudizaria”. Di fronte a questa aggressione, il Governo ha reagito con misure che non sono a tutela di pochi ma a difesa della libertà e della volontà popolare. Parallelamente a ciò, il Governo non ha trascurato di mettere in cantiere altre misure utili a garantire un miglior funzionamento della giustizia, per dare certezza del diritto e tutela a tutti i cittadini e alle imprese.

Dal momento in cui Berlusconi è sceso in politica, egli è stato oggetto di una persecuzione giudiziaria che non ha alcun precedente nella storia del nostro Paese: 90 processi, 2500 udienze, 500 magistrati impegnati, 470 perquisizioni, episodi gravissimi come quelli avvenuti nel 1994 con la violazione del segreto istruttorio sul Corriere della Sera e nel 1996 con il lancio del caso Ariosto alla vigilia delle elezioni. Questi episodi e molti altri ancora dimostrano che non si è trattato e non si tratta di una sua “questione privata”, ma di un fatto politico con gravi conseguenze: la manipolazione del quadro politico e dei risultati elettorali. Solo una buona dose di mistificazione, di ipocrisia e di disprezzo dello Stato di diritto può liquidare tutto ciò come un fatto personale.

Il “lodo Alfano”

foto: QuirinaleIl cosiddetto “lodo Alfano” si limita a sospendere (non annullare) i processi in corso che riguardano le quattro più alte cariche dello Stato (il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e i Presidenti delle due Camere) per ipotesi di reato risalenti a prima delle loro entrata in carica. I processi riprenderanno regolarmente alla fine del mandato. Inoltre il lodo Alfano non riguarda eventuali reati connessi allo svolgimento delle funzioni istituzionali.

Dal 1992 la normalità della vita democratica in Italia è gravemente ostacolata dal contenzioso tra un minoranza di magistrati fortemente politicizzati e la politica. E’ tempo di rimuovere questo impedimento che frena lo sviluppo del Paese, per tornare alla normalità democratica. Il Capo del governo, chiunque sia, deve potersi occupare del Paese secondo il mandato ricevuto dagli elettori, senza doversi preoccupare di iniziative giudiziarie non legate all’attività di governo. Il lodo Alfano serve per impedire la continua strumentalizzazione dei processi per alterare l’ordinato svolgersi della vita politica e ridare finalmente stabilità politica e di governo al nostro Paese.

Disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche

Il disegno di legge in materia di intercettazioni telefoniche approvato dal Consiglio dei ministri punta a due obiettivi:

  • arginare la diffusione incontrollata dei contenuti delle intercettazioni, per tutelare il diritto alla privacy di ogni cittadino
  • ridimensionare gli enormi costi delle operazioni di intercettazione, limitando il loro uso come strumento di indagine per i reati più gravi e più pericolosi.

Il sistema in uso in Italia è ormai degenerato: nel 2007 nel nostro Paese sono state compiute oltre 124 mila intercettazioni, fra telefoniche e ambientali, costate un terzo dell’intero bilancio annuale per la giustizia. In Francia esse sono state 20.000, in Gran Bretagna 5.500, negli Stati Uniti, su una popolazione di 300 milioni di abitanti, appena 1.705. Nonostante il record mondiale di intercettazioni, l’Italia è il paese nel quale nove crimini su dieci restano impuniti e tutti i grandi delitti sono rimasti irrisolti.

L’obiettivo di questo disegno di legge è quello di capovolge la prassi seguita finora: partire dallo spionaggio telefonico, spesso indiscriminato o “esplorativo”, per arrivare al reato. Nessun reato viene cancellato, nessuna indagine viene bloccata. Si dovrà però indagare come in ogni altro paese civile: cercando prove, riscontri e moventi, e investigando a fondo.

Questo provvedimento risponde al dettato della Costituzione sulla tutela della riservatezza ed è inoltre coerente con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. E’ un testo molto equilibrato e coniuga il diritto del cittadino a vedere assicurata la sua privacy con l'esigenza di contrastare i criminali.

Disegni di legge contro gli atti persecutori e la violenza sessuale

Il primo disegno di legge introduce nel codice penale una nuova figura di reato: gli “atti persecutori” (il cosiddetto "stalking"). Esso punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, di continuo, minaccia o molesta un’altra persona. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato, o da persona che sia stata legata da relazione affettiva. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso ai danni di un minore ed è previsto l'ergastolo se il persecutore uccide la propria vittima.

Il secondo disegno di legge rafforza la sanzione penale contro la violenza sessuale. Per il delitto di “violenza sessuale” e quello di “violenza sessuale di gruppo” è previsto l'arresto immediato, con conseguente applicazione del processo per rito direttissimo. Vengono introdotte come aggravanti connesse alle modalità di azione del colpevole: l’uso di sostanze che riducono la capacità di agire della vittima; la qualità (di ascendente, genitore adottivo o tutore) dell’autore del reato; il rapporto di “dipendenza” psicologica fra vittima e colpevole; lo stato di gravidanza della vittima.

[25 luglio 2008]

 
 
 

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