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Serietà, merito, educazione: per una scuola di qualità

foto: libri"Non si tratta di fare la rivoluzione ma di mettere al centro lo studente".

Per distruggere definitivamente la scuola è sufficiente lasciarla come era nel 2007. Negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell’istruzione è aumentata del 30%: da 33 miliardi di euro nel 1999 a 43 miliardi nel 2008. La spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza migliorarne la qualità, che è costantemente diminuita e degradata. Non incidere sui meccanismi di spesa vuol dire assumersi la responsabilità del tracollo. Gli otto miliardi di risparmio programmati per i prossimi tre anni non tagliano la spesa attuale, ma evitano lo sfondamento del tetto dei 50 miliardi di spesa senza qualità: non si vuole spendere meno ma si vuole spendere meglio, investendo in innovazione, formazione, premi per i docenti meritevoli, edilizia scolastica. Il piano del Governo pone le premesse per un innalzamento della qualità del sistema, innescando un circolo virtuoso: efficienza (stesso risultato a costi minori), maggiori risorse da investire, più qualità. I risparmi saranno reinvestiti nella scuola per premiare i docenti più meritevoli.

RITORNA IL VOTO IN CONDOTTA

Il voto in condotta farà media con i voti delle altre materie. Gli studenti saranno valutati non solo ni risultati delle singole discipline, ma anche in base aicomportamenti in classe e a scuola. Nei casi di grave insufficienza in condotta e dopo adeguato richiamato, l’alunno sarà bocciato. Questa non è solo una risposta ai troppi di atti di bullismo ma  soprattutto il segnale che la scuola vuole tornare a essere un luogo educativo.

LIBRI DI TESTO VALIDI PER SEI ANNI

Per aiutare le famiglie, il contenuto dei libri di testo potrà cambiare ogni cinque anni nella scuola primaria e ogni sei in quella secondaria.

EDUCAZIONE CIVICA

Lo studio dell’educazione civica è un’altra modalità per ridare alla scuola la sua funzione educativa. Inoltre ricevere un’educazione stradale, ambientale, alla salute, renderà lo studente più consapevole delle proprie responsabilità verso sé e verso gli altri.

TORNANO I VOTI IN PAGELLA

Negli ultimi anni i giudizi erano diventati confusi e incomprensibili, un giro di parole non diceva con chiarezza il livello di preparazione dello  studente. Il passaggio dai giudizi ai voti ha responsabilizzato gli insegnanti. Il ritorno al voto permette di misurare in maniera immediata e precisa il profitto.

foto: sloganRITORNA IL MAESTRO UNICO O PREVALENTE

I bambini necessitano di punti di riferimento chiari e sicuri. Un insegnante unico (o prevalente, perché restano gli insegnanti di inglese e di religione) avrà maggiore attenzione, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica. L’obiettivo è di aiutare l’alunno, a guardare e giudicare quel che lo circonda. Le famiglie avranno maggiore sicurezza e gli insegnanti, un ruolo definito, autorevole, gratificante. Grazie al maestro unico, si “liberano” insegnanti per potenziare il tempo pieno.

LA “SCUOLA DIGITALE”

  1. Dall’anno scolastico 2009-2010 sono operative 16.000 lavagne interattive in altrettante classi della scuola secondaria di I° grado. Nell’anno scolastico 2010-2011 il piano sarà esteso alla scuola secondaria di II° grado e a quella primaria.
  2. Dal prossimo anno la gestione degli incarichi per le supplenze sarà on line. Inoltre, sarà esteso il dialogo online scuola-famiglia: i genitori verranno informati sulle assenze dei propri figli attraverso sms, le pagelle saranno consultabili on line e nelle Scuole Secondarie di II° grado sarà avviata la gestione automatica delle assenze.

SCUOLA ITALIANA: PESA IL FARDELLO DELL’EREDITÀ DEL ‘68

  • l’idea che fosse vietato vietare e che l’autorità fosse un male, ha portato alla delegittimazione della funzione educativa del maestro,
  • la lotta alla selezione ha portato alla cancellazione del merito,
  • si è confusa l’opportunità di studiare con il “diritto” a ricevere per forza un titolo di studio dopo un certo numero di anni.
  • l’insegnante migliore non è più quello preparato, ma quello che promuove senza nulla chiedere.
     

Da più di quarant’anni questa mentalità rovina la scuola. Ora basta.

[04 febbraio 2010]

 

 
 
 

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