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La legge finanziaria 2009

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge finanziaria per il 2009. Si tratta di un testo asciutto che ha il pregio di evitare quell'"assalto alla diligenza" a cui si assisteva ogni autunno in Parlamento e che tanta responsabilità ha avuto nell’esplosione della spesa pubblica, provocando un debito per il quale ogni anno paghiamo circa 77 miliardi di euro di interessi, ovvero circa 1.300 euro a testa.

Questo risultato è stato possibile perché il Governo già a giugno ha anticipato la manovra triennale con la quale per la prima volta ha tagliato la spesa pubblica in modo da poter in futuro abbassare le tasse. E’ una svolta rispetto al metodo del “tassa e spendi”, con cui la sinistra, con il pretesto di offrire maggiori servizi pubblici o di punire i “ricchi”, ha aumentato nel breve tempo del suo Governo la pressione fiscale di due punti. Tradotto in soldoni, vuol dire 500 euro di tasse in più a testa, compresi lattanti ed ottuagenari. E poi ci si stupisce che le famiglie non arrivino a fine mese! La lezione è che, senza tagliare la spesa, è illusorio pensare che si possano abbassare le tasse. Questa è la strada maestra che il Governo ha intrapreso.

Ma non basta tagliare la spesa pubblica, per rilanciare l’economia bisogna anche:

  • riformare la pubblica amministrazione trasformandola da vincolo per i cittadini, come è stato finora, in un aiuto concreto;
  • adeguare i tempi delle decisioni politiche alle esigenze dell’economia. Come è stato fatto, affrontando tempestivamente la crisi internazionale, che deriva dalla forte crescita dei prezzi delle materie prime energetiche ed alimentari (a luglio il prezzo del petrolio ha raggiunto il valore massimo storico di 145 dollari a barile), dal forte apprezzamento dell’euro sul dollaro e dall’accentuarsi della crisi finanziaria americana legata ai cosiddetti mutui sub-prime. E’ proprio a causa di questa crisi che il Governo ha dovuto abbassare le stime di crescita del Pil per il 2008 dallo 0,5 allo 0,1.

Contro una crisi di questa portata le azioni dei Governi sono limitate. Ciò che si poteva fare il Governo lo ha fatto. Essere intervenuti tempestivamente rafforzando le finanze pubbliche ha evitato di esporci alla speculazione internazionale ed al rischio di una eccessiva crescita dei tassi di interesse e dell’inflazione, che è la tasse più subdola e “cattiva” soprattutto nei confronti di chi ha meno.

Anche grazie all’azione del Governo, quindi, l’Italia è più al sicuro di molti altri paesi nell’affrontare le difficoltà economiche di questo periodo.

[1° ottobre 2008]

 
 
 

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