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Rapporti Italia Libia. I punti controversi

1. La questione del rispetto dei diritti dell'uomo in Libia è sicuramente importante. Tuttavia non è la prima volta che si stipulano accordi con Paesi non pienamente democratici e l’Italia non ha mai considerato il regime interno dei Paesi con i quali stipuliamo trattati come una pregiudiziale ad essi: se così fosse, dovremmo cancellare una montagna di trattati internazionali con tanti altri Paesi.

fotoE’ del tutto evidente che la Libia - che fino a non moltissimo tempo fa veniva considerata uno dei Paesi più pericolosi, con il quale non si potevano addirittura avere relazioni diplomatiche - ha subito una trasformazione positiva. Certo, rispetto ai nostri parametri non possiamo considerare la Libia un Paese democratico, ma è del tutto evidente che un progresso è stato fatto e se questo progresso è stato fatto, dobbiamo incentivarlo.

La Libia oggi non è più un Paese isolato e colpito da sanzioni. La Libia è un Paese che ha normali relazioni diplomatiche e intense relazioni economiche con tutti i Paesi europei e con gli Stati Uniti d'America. Con gli USA la Libia ha una forte collaborazione in materia di sicurezza, in particolare nella lotta contro il fondamentalismo islamico.

2. L’impegno tra Italia e Libia a non ricorrere all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica della controparte e l’impegno, nel rispetto dei princìpi della legalità internazionale, a non usare né concedere l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile nei confronti della controparte non mette in discussione il trattato NATO. Nessun trattato bilaterale può cancellare un trattato multilaterale: ciò sarebbe, tra l'altro, non conforme ai princìpi del diritto internazionale. Il Trattato NATO è un trattato multilaterale, che ci impegna da decenni, ed è ovvio che il riferimento ai principi della legalità internazionale includa il Trattato NATO.

3. E’ sbagliato affermare che questo accordo non sia in linea con quanto sta facendo l'Europa: noi ci siamo mossi nell'alveo di un'azione europea è provato dalla circostanza che a livello di Unione Europea si sta affrontando il dossier di un accordo Europa-Libia (firmato tra l'altro quando Frattini era Vice Presidente della Commissione), che ora l'Europa si sta impegnando ad attuare.

 

4. Rimane aperto il tema dei crediti delle nostre imprese. I creditori italiani, le aziende italiane creditrici, lo valutano in circa 620 milioni di euro. Il governo libico era arrivato nella trattativa a offrire 450 milioni. Il nostro governo non ha accettato perché lo ritiene ancora insufficiente. Per questo il trattato non ne parla. La trattativa continua.

 

5. Ratificare in fretta il trattato serve a far entrare in vigore prima possibile tutte le obbligazioni di ordine giuridico.

Si tratta di un accordo le cui previsioni di spesa spiegano i loro effetti in venti anni. In altre parole, quando si osserva che costa 5 miliardi di dollari, ci si dimentica però di dire che, se tra sei mesi o un anno Gheddafi non avrà ottemperato agli impegni presi, evidentemente l'Italia non continuerà a rispettare il trattato, in quanto la controparte non l'avrà osservato. Questa è una «polizza di assicurazione» estremamente importante, perché ci garantisce che noi diamo poco a poco qualcosa, vedendo nel contempo se la controparte libica è in buona o in cattiva fede.

[23 gennaio 2009]
 

 
 
 

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