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Energia nucleare: verso il futuro

ENERGIA NUCLEARE: VERSO IL FUTURO.

Per importare l’energia di cui abbiamo bisogno, da vent’anni paghiamo ogni anno alla Francia l’equivalente del costo di una centrale nucleare. Il ritorno al nucleare era uno degli impegni della campagna elettorale ed è un passo importante per garantire al nostro Paese tutta l’energia di cui ha bisogno. Per raggiungere questo scopo il governo ha predisposto un piano che punta a un mix composto da: 50% gas, petrolio, carbone pulito; 25% nucleare; 25% fonti rinnovabili. foto: energia eolica

L’energia nucleare è attualmente uno dei modi più puliti, economici e sicuri per disporre di elettricità su larga scala. Il 24 febbraio il presidente Berlusconi ha siglato con il presidente Sarkozy un accordo di collaborazione sul nucleare tra Italia e Francia, che prevede la costruzione in Italia di quattro centrali di terza generazione entro il 2020.

Il braccio operativo dell’accordo è costituito dall’intesa tra Enel ed Edf, che già collaborano alla costruzione della centrale di Flamanville, in Francia.

COME FUNZIONA UNA CENTRALE EPR DI TERZA GENERAZIONE.

Le centrali nucleari di terza generazione avanzata del tipo Epr usano reattori nucleari ad acqua pressurizzata. Si tratta di reattori a fissione in cui il nocciolo viene refrigerato utilizzando acqua naturale o leggera (per distinguerla dall’acqua pesante). Le centrali Epr presentano una produzione di scorie radioattive inferiore del 20%, mentre la loro efficienza complessiva è superiore del 25% rispetto alle centrali della precedente generazione. Ciò genera forti vantaggi in termini di sicurezza e risparmio: queste nuove centrali sono 100 volte più garantite rispetto a quelle precedenti. Le centrali Epr sono progettate in modo che non si verifichi alcuna contaminazione all’esterno dell’impianto, anche in caso di grave incidente. Chi lavora nelle centrali durante il funzionamento normale dell’impianto è esposto al 50% di radiazioni
in meno, rispetto a quanto accadeva nelle centrali di seconda generazione.

I reattori Epr prevedono più sistemi di protezione:

  • quattro sistemi indipendenti di refrigerazione d’emergenza (ognuno capace da solo di refrigerare il nocciolo del reattore dopo lo spegnimento)
  • contenimento metallico attorno al reattore
  • contenitore e area di raffreddamento passivo del materiale fuso
  • doppia parete esterna in calcestruzzo armato spessa 2,6 metri e progettata per resistere all’impatto diretto di un grosso aereo di linea.

I primi impianti Epr si stanno costruendo in Finlandia (Olkiluoto), in Francia (Flamanville, con la partecipazione dell’Enel) e in Cina (Taishan).
Rielaborazione dell’ intervista a “Il Giornale”del professor Ugo Spezia,segretario generale dell’Associazione italiana nucleare.

QUATTRO BUONI MOTIVI PER TORNARE AL NUCLEARE:

  1. Diminuire la dipendenza dalle importazioni di petrolio, gas e carbone
  2. Il nucleare è una energia pulita, non inquina perché non produce anidride carbonica
  3. Il nucleare di terza generazione è un sistema sicuro
  4. Gli italiani pagheranno meno la bolletta dell’elettricità

I prossimi passi saranno: l’approvazione del disegno di legge di sviluppo, che istituisce l’Agenzia di sicurezza nucleare e la relativa delibera Cipe per il suo finanziamento. Con decreti legislativi entro sei mesi dall’approvazione della legge il governo definirà i criteri per la localizzazione delle centrali e i requisiti per le necessarie autorizzazioni. Quindi saranno le imprese energetiche che individueranno i siti dove costruire le centrali. Ogni centrale - a partire dalla preparazione dell’area fino al collegamento alla rete - dovrebbe essere realizzata in circa 4 anni. Il costo di un impianto è di circa 4-5 miliardi. Quando le nuove centrali nucleari entreranno in funzione, la produzione di energia elettrica dovrebbe crescere di almeno il 25%. Il calcolo preciso si potrà fare solo quando verranno analizzati i dati produttivi degli impianti comparandoli con le cifre relative agli anni precedenti. Dopo 22 anni, il responso referendario si può considerare ormai storicizzato, e il Parlamento è perfettamente legittimato a riprendere in mano la questione, per via del mutato contesto economico e tecnologico. Il referendum ha la forza di una legge ordinaria e, come tale, può essere superata da un successivo intervento delle Camere.”

Prof. Enzo Cheli, ordinario di diritto costituzionale, l’Unità, 25 febbraio 2009.
 

[17 marzo 2009]

 
 
 

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