Sono ripartite le grandi opere: strade, autostrade, ferrovie
Il governo Berlusconi ha rilanciato il piano delle grandi opere infrastrutturali avviato nel 2001 con l’approvazione della Legge Obiettivo, con l’intento di raggiungere due risultati:
- aggiungere un altro importante elemento al piano anticrisi, perché la realizzazione delle opere genera commesse per le imprese e dunque posti di lavoro;
- recuperare il trentennale ritardo infrastrutturale dell’Italia, che produce costi per le imprese, penalizza il turismo e impedisce di competere ad armi pari sui mercati esteri.
RIPARTONO LE GRANDI OPERE
Domenica 8 febbraio 2009 è stato aperto al traffico il Passante di Mestre, la prima autostrada completamente nuova realizzata in Italia negli ultimi trent’anni. Dal 10 dicembre 2009 è aperta l’autostrada Catania-Siracusa e dal 13 dicembre è attiva la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Salerno. Il 2009 è stato l’anno in cui si sono cominciati a cogliere i frutti di un lavoro intenso, fondato su due piani:
a) velocizzare l’iter burocratico e normativo, per portare a termine le opere del piano del governo;
b) unire alle risorse dello Stato anche nuovi capitali per realizzare le grandi opere strategiche e gli interventi di piccole e medie dimensioni.
Da qui gli accordi sottoscritti con i privati e con la Banca Europea degli Investimenti, che hanno garantito ingenti finanziamenti, oltre a quelli stanziati dal governo. Nel 2009 sono partiti molti cantieri di opere importanti, tra cui: il Ponte sullo Stretto, la BreBeMi (nuova autostrada Brescia- Bergamo-Milano), il Mo.Se (sistema di dighe mobili contro l’acqua alta a Venezia), la Cecina-Civitavecchia, il Terzo Valico dei Giovi, il completamento della A3 Salerno-Reggio Calabria, il Tunnel ferroviario del Brennero, la terza corsia dell’autostrada Venezia-Trieste, l’asse stradale Agrigento-Caltanissetta, la rete metropolitana di Napoli, le linee metropolitane M4 e M5 di Milano, l’asse stradale Maglie-Santa Maria di Leuca, l’asse ferroviario Pontremolese.
principali opere finanziate | stanziamento |
---|---|
Ponte sullo Stretto | 1,3 miliardi |
Expo 2015 e Metropolitane (Roma, Catania, Bari, Parma...) | 1,5 miliardi |
Mose per Venezia | 800 milioni |
Strade e Autostrade (Salerno, Reggio Calabria, Tunnel del Frejus, Statale Jonica...) | 2 miliardi |
Autostrade (Pedemontana, Cecina-Civitavecchia, Brescia-Padova) | 8,1 miliardi |
Alta velocità ferroviaria (Milano-Genova e Firenze-Bologna) | 2,75 miliardi |
Sistema idrico del Mezzogiorno | 150 milioni |
LA CAPACITÀ DI ATTRARRE FONDI EUROPEI
Già nella precedente legislatura, il governo Berlusconi era riuscito ad avere finanziamenti dall’Europa per la realizzazione delle nostre opere infrastrutturali, a partire proprio dal Ponte sullo Stretto, inserito nel Corridoio 1, che va da Berlino a Palermo, assieme al nuovo valico ferroviario del Brennero oppure per le opere connesse al Corridoio 5 da Lisbona a Kiev, che comprende l’alta velocità o ancora per il Corridoio dei due mari, Genova-Rotterdam. Nel 2009 il governo è riuscito a portare da due a cinque i progetti energetici italiani destinati a beneficiare della spartizione dei 5 miliardi di fondi non spesi del bilancio europeo. Le pressanti richieste alla Commissione Europea hanno portato al raddoppio dei fondi destinati all’Italia, passati da 200 a 420 milioni di euro. Oltre al Gasdotto Itgi ed alla interconnessione elettrica tra Sicilia e Calabria, ora saranno finanziati anche il metanodotto Galsi che porterà il gas algerino nel nostro paese attraverso la Sardegna; il Ccs di Torrevaldaliga (un impianto per la raccolta di anidride carbonica nella centrale Enel locale), l’interconnessione elettrica tra Malta e l’Italia. Inoltre, sono stati ottenuti 1,5 miliardi di euro per completare il Mo.Se. di Venezia
[30 luglio 2010]