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Terremoto: le risorse ci sono

Le risorse per il terremoto ci sono, ricorda Silvio Berlusconi. Per gestire l’emergenza ed anche per la ricostruzione. Prima di indicarle, però, è necessario conoscere l’esatto ammontare dei danni. Vale a dire, quali e quanti sono gli edifici distrutti, quanti possono essere riparati e quanti sono realmente agibili. Solo in una fase successiva potranno essere individuate le eventuali risorse per “rimpinguare” le somme dirottate verso l’Abruzzo.

foto: Berlusconi in AbruzzoI diversi disastri naturali che hanno colpito il Paese, oltre a far nascere strutture come la Protezione civile, hanno anche introdotto modifiche nel Bilancio dello Stato. La più significativa è rappresentata da cosiddetto “fondo imprevisti”, presso il ministero dell’Economia, destinato a finanziare i primi interventi in casi di alluvioni, terremoti o disastri naturali.

Ed è proprio questo fondo, alimentato con 250 milioni, il primo ad essere stato usato già la notte del terremoto dell’Aquila. All’alba Tremonti mise a disposizione della Protezione civile i primi 30 milioni; quattro giorni dopo, altri 70 milioni. Cento milioni per gestire la primissima emergenza. Ed altri 150 da utilizzare qualora fosse necessario allungare la fase legata all’emergenza.

Discorso diverso per la fase della ricostruzione. Potrà scattare soltanto quando sarà possibile avere un reale censimento dei danni. Ed anche in questo caso, il Bilancio dello Stato, i finanziamenti europei, gli interventi dei privati (compresi gli aiuti internazionali) offrono ampie garanzie.

Il governo ha affrontato la crisi economica rimodulando la spesa pubblica in tre grandi capitoli: infrastrutture, ammortizzatori sociali, interventi strategici. Ad ogni missione è stato affidato un Fondo: il primo, da 17 miliardi, alle Infrastrutture; il secondo, da 20 miliardi, al Welfare; il terzo, da 9 miliardi, alla Presidenza del Consiglio. Tutt’e tre possono essere utilizzati per far partire la fase della ricostruzione, a seconda delle rispettive competenze.

D’altra parte è stato lo stesso presidente del Consiglio a ricordare in più d’una occasione che pur di accelerare la ricostruzione dell’Aquila possono essere rinviate altre spese, altre infrastrutture. Oppure, sbloccare spese ed investimenti che altrimenti sarebbero state dilazionate nel tempo.

Anche per queste argomentazioni, Silvio Berlusconi ripete che il governo “non lascerà indietro nessuno”. Davanti alla crisi, ma anche davanti ai drammi sociali del terremoto.

[17 aprile 2009]
 

 
 
 

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