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Terremoto, trasparenza sulla ricostruzione

Terremoto, trasparenza sulla ricostruzione

di Sandro Bondi

foto: Sandro BondiHo letto con giusta apprensione l'articolo di Roberto Saviano, pubblicato sul quotidiano belga Le Soir, riguardo i pericoli del dopo terremoto. C'è sempre il rischio, e la ricostruzione dell'Irpinia dopo la catastrofe del 1980, è lì a ricordarcelo che alcuni appalti possano essere gestiti dalla malavita organizzata o che la giusta tensione a ricostruire il più veloce possibile possa sfociare in speculazione. E sarà per questo motivo, compito primario del governo vigilare con attenzione che i lavori vengano assegnati secondo procedure ispirate alla massima trasparenza e portati a termine secondo le regole e i parametri più stringenti dell'edilizia antisismica.

Credo tuttavia che la lettura data da Saviano sia ingenerosa e non dia credito a uno sforzo comunitario che ha coinvolto le popolazioni colpite dal sisma e più latamente l'Italia intera. In questi giorni, recandomi nei luoghi del disastro, ho potuto assistere a una mobilitazione incredibile di persone, associazioni, istituzioni, ma anche partiti politici, tutti uniti per alleviare i dolori e i disagi di chi ha perso i familiari o gli amici o i propri beni nel terremoto. Una mobilitazione che ricorda i momenti più fulgidi di impegno civile della nostra storia patria, come per esempio il primo dopoguerra.

Ed è un peccato che di fronte a questo impegno che non avrei difficoltà a definire religioso, nel senso più profondo del termine, cioè "unitivo", uno dei grandi scrittori italiani, considerato a ragion veduta vertice della coscienza civile del nostro Paese, dia all'estero un'immagine dell'Italia solo negativa, negando invece quella sana speranza che è non solo imprescindibile per affrontare tragedie di questa portata, ma che è anche dato reale e tangibile per chi in questi giorni ha visitato l'Abruzzo.

[20 aprile 2009]
 

 
 
 

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