Ecco la vera caccia agli evasori
D'ora in avanti, la lotta all'evasione fiscale italiana non avrà nulla da invidiare a quella, leggendaria, americana. L'emendamento introdotto al decreto anti-crisi, in discussione alla Camera, che permette all'Agenzia delle Entrate di acquisire informazioni dalla Banca d'Italia e dalle altre Autorità di vigilanza del sistema economico (Consob ed Isvap, su tutte), consente di colmare quel "vuoto" che distingueva il sistema italiano da quello statunitense.
La differenza fondamentale tra i due sistemi di accertamento e verifica tributaria consisteva proprio nella circostanza che l'Agenzia delle Entrate Usa aveva accesso ai dati della "centrale rischi" e quella italiana, no.
La centrale rischi
La "centrale rischi" è una sorta di gigantesco bagaglio di dati custodito dalla Banca d'Italia (formule analoghe esistono nelle altre Autorità di Vigilanza) che incamera le informazioni sulle transazioni finanziarie di tutti i soggetti; e ne verifica la congruità. Nasce con l'obbiettivo di informare se un cliente ha la solidità patrimoniale per accedere ad un prestito o ad un mutuo; così da garantirne il rimborso. Finisce per diventare una banca dati sulla reale struttura finanziaria dei correntisti, finora, però, è stata inaccessibile al Fisco italiano; in virtù di antichi principi di separazione fra la Banca centrale ed il governo. Al contrario, negli Stati Uniti, le porte della Federal Reserve erano aperte all'Agenzia delle Entrate. Ora questi tabù cadono.
Con l'emendamento proposto alla Camera può aprirsi una nuova fase storica della lotta all'evasione: con buona pace della sinistra e di quanti, non votando la norma, si iscrivono nell'elenco di chi difende gli evasori.
Le condizioni patrimoniali reali
Per il Fisco italiano sarà d'ora in avanti possibile verificare le condizioni patrimoniali reali (al di là della dichiarazione dei redditi) dei contribuenti che, pur dichiarando redditi minimi, conducono stili di vita ben al di sopra delle proprie condizioni economiche. Potrà sapere, per esempio, come un nullatenente o chi dichiara redditi da pensionato, possa acquistare un cabinato extralusso od una villa a Cortina. O chi, con 15 mila euro di reddito, compra una Ferrari.
L'accesso alla "centrale rischi" consente la verifica incrociata sui redditi. In più, la norma rappresenta il naturale compendio allo "scudo fiscale". Il contribuente disonesto non potrà più assumere tenori di vita diversi da quelli del reddito dichiarato ricorrendo ai soldi depositati in qualche paradiso fiscale. La loro stessa permanenza all'estero - senza prova contraria - viene automaticamente classificata come prova di evasione fiscale.
Forse chi si oppone al decreto farebbe bene a leggerlo nella sua interezza. Il provvedimento, infatti, rappresenta un passo in avanti dell'Italia verso l'obbiettivo definito dal G20 di Londra e dal G8 dell'Aquila di "lotta senza quartiere" ai paradisi fiscali.
[21 luglio 2009]
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