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Iniziato lo smantellamento delle tendopoli

In Abruzzo è iniziato lo smantellamento delle tendopoli. Prima nella provincia, poi all’Aquila, in Piazza d’Armi: le persone vengono trasferite nelle promesse abitazioni sicure, confortevoli, moderne, dotate di collegamenti televisivi ed internet, di garage e circondate dal verde. E soprattutto, realizzate secondo le più recenti norme antisismiche.

Impegno mantenuto dunque, come sempre

foto: caseEd anzi con qualcosa di più. Il piano “C.a.s.e.”, che prevedeva di alloggiare in questi nuovi moduli circa 15 mila persone per 4.500 alloggi, è stato ampliato a 18 mila persone sulla base del censimento realizzato, anche quello a tempi di record, nella prima settimana di agosto. Si realizzeranno almeno altri 500 bilocali con un investimento di 40 milioni di euro.

Abbiamo parlato di investimento e non di spesa

Perché, anche se queste case hanno tutti i requisiti per garantire un’accoglienza confortevole e duratura, una volta completata la ricostruzione gli abitanti torneranno alle loro abitazioni originarie, ed i moduli ospiteranno il campus universitario: il più grande e moderno d’Europa.

Come ha spiegato il sottosegretario Bertolaso, entro il 6 settembre chi ha la casa dichiarata inagibile, cioè in categoria A, lascerà la tenda e troverà questo nuovo tetto. Se i nuovi alloggi saranno ancora in fase di ultimazione, verrà attuato il “tutoring”: alloggio provvisorio negli alberghi o nella caserma della Finanza che ha ospitato il G8, anche quella riadattata con ogni confort a scopi abitativi.

Anche l’anno scolastico partirà regolarmente: nuove strutture sono già pronte per le scuole, perché la continuità nell’istruzione è stata fin dall’inizio una delle priorità nell’intervento in Abruzzo. Per tutto agosto la ricostruzione è stata seguita personalmente da Berlusconi.

foto: ricostruzioneCuriosamente, ma non troppo, sono le autorità locali del Pd – il sindaco Cialente e la presidente della provincia Pezzopane, - ad apporsi al trasferimento di tutti gli sfollati sotto un tetto sicuro. Dato che il censimento ha evidenziato 3 mila richieste in più, la sinistra chiede che si usino camper o container “per non perdere la territorialità”. Concetto oscuro, ma abbastanza evidente è l’imbarazzo che traspare nell’opposizione di fronte a un impegno preso e mantenuto dal governo.

Subito dopo il terremoto del 6 aprile Silvio Berlusconi promise che tutti i senza casa avrebbero avuto prima dell’arrivo dell’inverno un tetto nuovo, sicuro e confortevole. Impegno ribadito di fronte ai grandi della Terra. Ma soprattutto impegno preso e mantenuto con la popolazione, come per tutte le promesse fatte agli italiani. Una partita tutt’altro che facile visti i precedenti e gli scandali del Belice, dell’Irpinia e dell’Umbria. Ma partita vinta: “Oggi L’Aquila e dintorni costituiscono il più grande cantiere d’Italia” spiega Bertolaso “dove si lavora in piena sicurezza 24 ore al giorno, con tecnologie d’avanguardia”.

La formula adottata dal governo, che ha coinvolto i privati sotto il controllo pubblico, ha già permesso la consegna di alcune moderne abitazioni realizzate dalla provincia e da imprenditori trentini, specialisti nel risolvere problemi abitativi in climi freddi. Lo stesso criterio, con i governi stranieri, consentirà il restauro dei monumenti più importanti.

Entro la fine dell’autunno l’emergenza sarà risolta, tutti i cittadini abruzzesi avranno un tetto, le attività quotidiane e la vita economica riprenderanno. Poteva accadere solo con questo governo, ed è accaduto. Dopo l’emergenza rifiuti a Napoli, l’abolizione dell’Ici, l’avvio delle grandi opere, il salvataggio dei risparmi, un’altra cosa fatta nel segno della concretezza e del patto con gli italiani, più saldo di mille chiacchiere.

Ma non è tutto

Poiché il governo ha identificato fin dall’inizio nella casa un bene da difendere con ogni mezzo, parte oggi il piano per i nuovi alloggi in ogni capoluogo d’Italia da destinare alle giovani coppie e alle famiglie disagiate. Avrà due pilastri: l’individuazione delle aree demaniali in cui costruire le “new town”, e la mappatura è già pronta. E, secondo pilastro, la vendita delle ex case popolari alle nuove famiglie con i requisiti, con la formula del riscatto, del mutuo super-agevolato, del prestito: tutto con l’obiettivo di garantire una rata di mutuo inferiore alla rata attuale di affitto.

In totale si tratta di oltre un milione di appartamenti da recuperare, mentre per ciò che riguarda i nuovi quartieri entro settembre le Regioni (che hanno la competenza sull’edilizia) dovranno dare il loro via libera e suggerire alternative e proposte. Interverrà poi la Cassa Depositi e Prestiti Investimenti, società costituita ad hoc per l’edilizia sociale, che terrà il Consiglio d’amministrazione il 9 settembre. Entro fine anno l’autorizzazione definitiva della Banca d’Italia.

Uno slalom tra competenze e burocrazie che avrebbe scoraggiato qualsiasi altro governo. Bisogna infatti tornare agli anni Sessanta, alla Ricostruzione, per trovare un intervento di questa portata. Altro impegno mantenuto.

[3 settembre 2009]

 

 
 
 

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